20 giu 2016

L’aspra bellezza di Ustica, l’isola che c’è…



In molti ne conoscono il nome solo perchè quest’isola in provincia di Palermo figura quale punto di riferimento geografico della cosiddetta Strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980, quando l’aereo Itavia in volo da Bologna a Palermo precipitò a una notevole distanza dall’isola determinando la morte di ottantuno persone tra passeggeri ed equipaggio. Questo triste connubio ha finito così con oscurarne una più meritata fama legata all’aspra bellezza delle sue coste e del suo paesaggio.

L’isola, tipicamente mediterranea, è costellata di macchie policrome di Artemisia arborea, Lentisco, Calycotome spinosa e Ginestra, ma molto diffusa è anche la steppa mediterranea che, battuta dal vento, conferisce ad alcuni suoi scorci l’aspetto di luoghi remoti e solitari. All’azione dell’uomo si deve invece la presenza di piante come ulivi, mandorli, viti e lenticchie, queste ultime una vera tipicità di gran pregio. Habitat naturale dell’Apis mellifera sicula, una sottospecie autoctona dell’ape da miele, l’isola è oggi sede della Riserva Naturale Orientata Isola di Ustica. E’ presente anche un’area marina protetta, l’Area marina Isola di Ustica, che fu la prima riserva marina protetta italiana istituita nel 1986. La flora e la fauna marina del luogo assomigliano per certi versi a quelle tropicali e la rendono meta ambita degli appassionati di immersioni subacquee. Sono presenti coralli, rose di mare e una variopinta vegetazione fra cui si possono scorgere esemplari di aragoste, cernie, dentici, ricciole, saraghi, orate, sgombri, barracuda, pesci pappagallo, pesci balestra e spugne. Geologicamente l’isola è affine alle Eolie nella sua origine vulcanica: sono presenti infatti rilievi collinari vestigia di antichi vulcani (Punta Maggiore, 244 m; Guardia dei Turchi, 238 m) che dividono l’isola in due versanti.

Gli antichi romani la chiamavano Ustica (da ustum = bruciato) mentre i greci, Osteodes, Οστεώδες («ossario»), per via di una leggenda che raccontava di mercenari morti sull’isola per fame e sete. Alcune versioni del mito la ritennero dimora di Circe, citata nell’Odissea, la maga che trasformò in maiali gli incauti e temerari compagni di Ulisse. La storia ci parla invece di una continuità abitativa iniziata fin dall’epoca paleolitica. Con un salto di secoli, alcuni scavi archeologici hanno riportato alla luce i resti di un antico villaggio cristiano, oltre a sepolture, cunicoli e una gran quantità di reperti archeologici ritrovati anche sott’acqua, testimonianze dei tanti naufragi avvenuti nel tempo e di una presenza costante di vari antichi popoli mediterranei: dai Fenici ai Greci, ai Cartaginesi, ai Romani, che vi lasciarono numerose tracce. In seguito, e per lunghissimo tempo, fu anche base di pirati saraceni, la cui minacciosa presenza per secoli lungo le coste del sud Italia oltre a scoraggiare tentativi di colonizzazione dell’isola, fu anche causa della costruzione delle numerose torri costiere di avvistamento ancor’oggi visibili lungo i litorali meridionali.

Nel VI secolo si stabilì ad Ustica una comunità Benedettina, presto costretta a trasferirsi a causa delle guerre fra Cristiani e Musulmani. Nel 1759 finalmente Ferdinando IV di Borbone impose una colonizzazione dell’isola: furono edificate due torri di guardia, Torre Santa Maria e Torre Spalmatore, che facevano parte del sistema di Torri costiere della Sicilia, cisterne per raccogliere l’acqua piovana e case che costituirono il centro abitato principale presso la Cala Santa Maria. Vi giunsero così coloni palermitani, trapanesi ed eoliani, accompagnati da un centinaio di soldati. Ustica al tempo dei Borbone fu anche un luogo di confino per prigionieri politici e vi restò anche sotto casa Savoia. Durante il regime fascista Ustica non perse quest’uso: vi furono ristretti Amadeo Bordiga, Nello Rosselli, Antonio Gramsci e Ferruccio Parri, oltre che numerosi prigionieri politici catturati nell’ultima fase della guerra coloniale in Libia. Nel 1961 finalmente il confino fu abolito a causa di proteste popolari e da allora iniziò a svilupparsi il turismo.

Oltre a un mare dalle caleidoscopiche sfumature azzurro-verdi, Ustica offre luoghi di interesse che consentono al visitatore di combinare un soggiorno a sfondo naturalistico con la scoperta delle millenarie testimonianze di antiche culture: l’Acquario dello Spalmatore, situato all’interno della riserva marina, raccoglie una discreta collezione di specie acquatiche del Mediterraneo, mentre il Museo Archeologico Torre di Santa Maria, costruita dai Borboni, raccoglie resti e materiali degli insediamenti delle antiche civiltà di Ustica, reperti della media Età del Bronzo e oggetti che provano i contatti tra i popoli preistorici del Mediterraneo; il Villaggio di Tramontana infine, a poca distanza dal centro abitato, è un villaggio preistorico dell’età del bronzo la cui necropoli si trova presso la Cala del Camposanto.

“…Il miracolo di Ustica, così mi piace chiamarlo è uno strano incrocio di sapori siciliani il cui fascino ti avvolge prepotentemente. In quest’isola mare, terra e fuoco si ritrovano legate magicamente in un’alchimia di sensazioni tutte da vivere. Ma come nelle migliori delle contraddizioni, Ustica, regina tra le isole minori, è sconosciuta ai più. Persino i Palermitani, distanti appena 2 ore (75 km) di traghetto, non sono soliti frequentarla. Per questo, e tanti altri motivi, insieme all’associazione culturale Isole di Circe, abbiamo deciso di proporre agli Usticesi di mettersi in prima linea e farsi ritrarre per una mostra fotografica a loro dedicata…”. Così ha scritto di recente Giulio Riotta, fotografo palermitano autore degli scatti di una bella mostra che dal 15 agosto (fino al prossimo 2 settembre) è visitabile sull’isola e di cui vi presentiamo alcuni scatti nella photogallery qui allegata. Un modo per dare un volto umano ed autentico ad un luogo che per molti è soltanto un ‘nome’ su una carta geografica.

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Risale al 1959 la prima Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, che unisce una serie di manifestazioni sportive, scientifiche, culturali ed archeologiche, tutte legate al mondo sommerso. Ogni anno è sempre un successo, sia per la partecipazione dei più noti specialisti del settore che di estimatori. E’ sulla scia di questo successo che viene fondata nel 1984 l’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee e nel 1986 istituita la Riserva Marina di Ustica, la prima del nostro paese. Ma Ustica è anche semplicemente turismo in tutte le forme che si vuole immaginare ma che abbia sempre come comune denominatore il mare. 

Ed il mare è il vero protagonista, l’isola conserva fondali incontaminati cui le correnti dell’Atlantico forniscono notevoli quantità di plancton al ricchissimo habitat popolato di specie coralline, madrepore subtropicali, spugne policrome, alghe rare come la laminaria e vaste praterie di posidonia oceanica, anche chiamata il “polmone del Mediterraneo” (perché scambia ossigeno con l’acqua) che qui si trova perfino a 40 m di profondità. Già in superficie si incontrano folti branchi di saraghi, saraghi fasciati, le scure castagnole che quando nascono sono invece di un incredibile blu elettrico, cefali, occhiate, salpe, coloratissime donzelle pavonine

Nelle zone in ombra si possono vedere rossi Re di triglie e lungo le pareti rocciose i bellissimi “fiori” della madrepora arancione, che in alcuni casi copre ampi tratti, coloratissime spugne (e per chi non le conosce, ve ne sono di nere, bianche, gialle, arancione, compatte, allungate, filiformi), cerniotte che si nascondono all’ombra delle rocce, ma escono incuriosite quando ci si avvicina. A profondità maggiori anche i pesci si ingrandiscono, le cernie in particolare, e il paesaggio si arricchisce di murene, aragoste, cicale di mare e gamberetti (nelle grotte), ricciole, dentici, enormi saraghi, e di splendide e rosse gorgonie, tra le quali fa capolino a volte il corallo nero (giallo chiaro in superficie, ma scuro all’interno). Chi ha fortuna può anche incontrare tonni, pesci luna, tartarughe e barracuda e altrimolteplici tipi di pesce. Mare fascinoso è variopinto si offre alle macchine fotografiche dei sub o a chi fa semplicemente snorkeling l’esperienza è unica e indimenticabile, ma non solo, Ustica sorprende anche per la ricchezza archeologica dei suoi fondali: in mare si apre infatti un vero e proprio museo subacqueo che, grazie a un itinerario accuratamente predisposto, consente di ammirare anfore romane, ancore, e oggetti di ogni epoca disseminati nel corso dei secoli dalle navi che gettavano l’ancora nella rada.

Ustica fu infatti un importante punto di approdo e di scambi commerciali fin dal dal 1500 a. C. per Fenici. Nell’antica Grecia l’isola fu chiamata Osteodes(ossario), in ricordo dei migliaia di ammutinati Cartaginesi lasciati sull’isola a morire di fame nel IV secolo a. C. I Romani la rinominarono Ustica, dal latino ustum che significa bruciata, a causa delle sue rocce nere. Nel VI secolo vi si stabilì una comunità Benedettina, ma fu ben presto costretta a spostarsi a causa delle imminenti guerre fra Cristiani ed Arabi. Nel Medioevo fallirono dei tentativi di colonizzare l’isola a causa delle incursioni dei pirati barbareschi che fecero dell’isola un proprio rifugio. Solo dal XVIII secolo con i Borboni vi insediarono, stavolta in modo stabile, delle famiglie provenienti dalle Eolie e dalla Sicilia con un centinaio di soldati. Durante il regime fascista e fino al 1950 Ustica fu utilizzata come luogo di confino. La leggenda narra che fosse l’isola in cui abitasse la maga Circe.

Parte emersa di una grande vulcano sottomarino, questo scoglio del tirreno è anche la più antica, affiorata molto prima delle Eolie. Le sue coste frastagliate nascondono bellissime grotte, insenature e calette. Gli abitanti vivono soprattutto di pesca e turismo, anche se l’agricoltura specializzata è in aumento (vite, ortaggi, cereali, soprattutto lenticchie, presidio slow food). Il piccolo centro abitato si stende ad anfiteatro intorno ad una baia che ospita il porto. Una strada e delle scalinate bordate di bellissimi ibiscus conducono al centro del paese, in alto. Una delle caratteristiche peculiari delle abitazioni è che da alcuni anni, i muri delle case sono stati “trasformati” in tele e gli artisti vi hanno dipinto paesaggi, trompe-l’oeil, ritratti, nature morte, soggetti fantastici. Il paese è dominato dalla Torre di S. Maria, sede del Museo Archeologico che ospita i reperti rinvenuti al villaggio preistorico presso i Faraglioni e nelle tombe di età ellenistico-romana di Capo Falconiera.

La costa, frastagliata, ricca di grotte che possono essere scoperte in barca (i pescatori al porto si offrono di accompagnare i turisti con le imbarcazioni di piccole dimensioni, adatte per entrare negli antri), ma anche da terra, offre piccole spiagge (Cala Sidoti, Punta dello Spalmatore, al Faro) e bellissime baie rocciose, quali la piscina naturale,concentrate lungo il versante occidentale. Il versante orientale offre invece belle grotte come la Grotta Azzurra, la Grotta Verde e la Grotta delle Barche, da esplorare muniti di maschera e boccaglio. In particolare quest’ultima è raggiungibile percorrendo un bel sentiero in mezzo a pini e fichi d’india che si diparte dalla Torre di S. Maria e prosegue lungo il fianco della collina offrendo begli scorci del mare e della costa.

Esistono collegamenti diretti con Palermo, in nave (2 h 30 mm ca) ed aliscafo (70 min ca) assicurati dalla Siremar(tel. 091/582403). Nel periodo estivo, Ustica Lines, (tel. 081/7612 515) effettua il percorso Trapani-Favignana-Ustica-Napoli (e ritorno) in aliscafo. Il tragitto Ustica-Napoli di ca 4 h.

Il centro della Riserva Naturale Marina, nella piazza principale del paese, fornisce informazioni esaurienti su tutto ciò che l’isola offre. Tel.091/8449456. Ogni anno viene organizzato un corso specialistico per subacquei della durata di una settimana che comprende sia lezioni teoriche tematiche (archeologia, biologia marina, tecniche di recupero dei reperti) che immersioni e visite guidate. Per informazioni rivolgersi alla Riserva Marina o ad Archeologia Viva tel. 055/6679303. Rassegna internazionale delle attività subacquee- Viene organizzata nel periodo estivo (normalmente a maggio, giugno o settembre) e comprende una serie di manifestazioni (mostre, attività) diverse ogni anno. Ustica si è già imposta nel mondo del turismo ed oggi richiama migliaia di appassionati del mondo sommerso manchi solo tu.

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Ustica è un’isola molto conosciuta sopratutto per la riserva marina, istituita nel 1982 ,che ne fa un vero paradiso sia per i sub che dei semplici amanti del mare incontaminato.

L’isola è di origine vulcanica ed ancora sono visibili antichi crateri ormai modificati dal mare che li ha trasformati in calette. Le coste sono frastagliate e ricche di grotte, anfratti, discese a mare molto ripide e scoscese ma ci sono anche comode calette per chi vuole un mare più accessibile.

L’isola è a 36 miglia a nord-nordovest di Palermo, e nelle giornate più serene è possibile vederne all’orizzonte il profilo caretteristico a tartaruga.

La riserva nacque dall’esigenza di salvaguardare un habitat marino molto bello ed incontaminato che ancora oggi è il fiore all’occhiello del mare Tirreno. Il fondale che circonda l’isola è molto tormentato con caverne lunghe e tortuose e secche improvvise che ospitano una varietà estrema di pesci e crostacei; sono presenti anche alghe rarissime tra cui la Laminaria. Ustica va scoperta abitandoci e vivendone il mare, unico nel suo genere. I pesci della riserva si fanno avvicinare e toccare dall’uomo.

Il turismo è la risorsa principale degli abitanti, ma anche la pesca e sopratutto l’agricoltura sono molto praticate. I terreni, di natura vulcanica sono molto fertili e pertanto consentono di produrre prodotti dalle caratteristiche inconfondibili: famose sono le lenticchie piccole e molto saporite.

L’isola, essendo di natura vulcanica, è prevalentemente formata da rocce laviche e tufi; famose sono le grotte e tra di esse le più visitate sono la grotta azzurra e la grotta segreta o verde, chiamate così dai riflessi che assume il mare al loro interno. Le coste sono caratterizzate anche da faraglioni: tra i più conosciuti lo scoglio colombaro in cui si è formata per l’erosione marina una piccola piscina naturale.

Scavi effettuati hanno portato alla luce tracce di vita risalenti al 1500 a.C. Due sono i villaggi scoperti di cui uno risalirebbe al terzo secolo a.C. Sulla collina della Falconiera è venuta alla luce una necropoli del IV secolo a.C.

Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani transitarono ed abitarono l’isola e da un racconto di Diodoro Siculo sappiamo che ben 6000 Cartaginesi furono abbandonati nell’isola dai loro capi a cui si erano ribellati e lì vi morirono di stenti. I naviganti da lontano potevano vederne biancheggiare le ossa, da quì il nome Osteodes (ossario) il nome Ustica.

Anche Plinio racconta che l’isola era abitata e sono state trovate numerose tracce del periodo romano. La storia più recente dell’isola racconta che fu abbandonata nel XIV secolo, periodo delle incursioni dei pirati saraceni. L’isola, essendo priva di difese e di acque sorgive, stentò ad essere riabitata. I Borboni finalmente fortificarono l’isola nel 1763 e dopo varie vicissitudiniUstica venne ripopolata.

L’isola di Ustica oggi è meta di turismo di tutti i tipi. Esistono molte strutture ricettive e negli ultimi decenni sono state costruite molte case di vacanza utilizzate sopratutto nel periodo estivo. Anche i diportisti fanno tappa nell’isola e ne esplorano le coste ed i fondali.

Ustica si raggiunge con l’aliscafo e con la nave da Palermo ed è spesso luogo di incontri internazionali degli amanti del mare e della pesca subacquea.
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Ustica si trova nel Mar Tirreno a circa 67 km a nord-ovest di Palermo ed è rinomata per la sua area marina protetta, la prima riserva marina protetta italiana istituita nel 1986.

La flora e la fauna marina di Ustica assomigliano per alcuni versi a quella tropicale, e ciò rende l’isola una meta ambita per gli appassionati di immersioni. Sono presenti coralli, rose di mare e una variopinta vegetazione. La fauna marina è composta principalmente da aragoste, cernie, dentici, saraghi, orate, sgombri, barracuda, pesci pappagallo, pesci balestra e spugne. 

(da http://www.blogsicilia.eu)

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