8 giu 2017

Le 10 bontà della cucina siciliana che ti sorprenderanno!



La cucina siciliana, ricca e gustosa, è il risultato di numerose contaminazioni culturali e gastronomiche; greci, romani, arabi, normanni, spagnoli e francesi hanno portato con sé oltre alle loro tradizioni, nuovi cibi, nuove tecniche di produzione e sconosciute tecniche culinarie. 

Potremmo dire, senza ombra di smentita, che gustare un piatto della cucina siciliana è un’esperienza sensoriale unica, è come fare un viaggio nel tempo, oltre che nel gusto. 

Difficile fare una classifica dei piatti più famosi, proveremo qui ad elencare quelli che dovete assolutamente assaggiare prima di tornare a casa.

…e poi fidatevi del vostro istinto!!!

1. Cous cous di pesce 

Necessita di una preparazione lenta il Cous cous …è slow per natura, non per moda.

E’ il piatto simbolo dell’area mediterranea, un piatto portato in Sicilia dagli Arabo-berberi (famoso il Cuscusu alla trapanese), divenuto noto in tutto il mondo grazie al Festival dell’integrazione culturale di San Vito Lo Capo.

La semola, prima incocciata a mano viene poi cotta al vapore e quindi messa a riposare con il brodo di pesce. Anticamente il cous cous era il pranzo dei giorni di festa, veniva preparato, come un rito, dalle nonne o dalle mamme e gustato insieme religiosamente; un sapere che le madri tramandavano alle figlie, specialmente se già in età da marito… 

2. Pasta con le sarde

Un “piatto unico” per eccellenza, grazie alla presenza del pesce azzurro.

L’antica cucina contadina si sposa in questo piatto con le abitudini dei paesi costieri. Un piatto con pochi e semplici ingredienti ma dal sapore forte e accattivante. Bucatini con sarde freschissime , finocchietto selvatico, pomodoro e mollica di pane. Come tante ricette siciliane ne esistono numerose versioni, ogni famiglia ha la sua…non chiedete mai qual è la più buona…perché è sempre quella della mamma!

3. Caponata

Amata per il suo gusto dolce-amaro, la caponata non può mancare sulla tavola dei siciliani; può subire dei cambiamenti nel numero e nella varietà delle verdure presenti, ma sicuramente non mancheranno mai le gustose melanzane. Ottima come antipasto, come contorno di pesce o carne ma anche da sola nelle versioni con il pesce spada. Dopo la prima volta non ne farete più a meno. 

4. Genovesi 

Dal nome non si direbbe, ma le Genovesi sono uno dei dolci più famosi delle nostre zone. Un involucro friabile racchiude una golosa crema di latte. Originariamente, questi dolci venivano preparati dalle suore di clausura ad Erice, oggi si possono trovare anche nelle ottime pasticcerie dei dintorni.Se però andate alla scoperta del borgo medievale di Erice, non tralasciate di assaggiare quelle preparate dall'antica Pasticceria San Carlo, appena uscite dal forno …sarà un’esperienza unica. (40 minuti d’auto da San Vito Lo Capo)

5. Cassata siciliana 

Poche parole per il dolce più famoso della Sicilia. Un tripudio di ricotta, pan di spagna e frutta candita per il piacere degli occhi e del palato. 

6. Caldo freddo

Nato a San Vito Lo Capo negli anni cinquanta è oggi il dolce più famoso del paese.

Impossibile resistere ad una coppa di gelato cremoso e panna freschissima con al suo interno una piccola brioche imbevuta di rum… il tutto coperto da una calda cioccolata cosparsa di nocciole.

Un vero capolavoro !

7. Arancine

Tonde come un’arancia, dorate e croccanti fuori ma con un cuore morbido di riso condito con un ragù di carne. Questa è l’arancina, il cibo da strada per eccellenza, dei siciliani.

Oltre alla versione con prosciutto e mozzarella, ne esistono preparate in mille modi: salsiccia, funghi, melanzane, spinaci, gamberetti …da provare tutte!

Ottime come spuntino in spiaggia o per un pranzo veloce a casa.

8. Pane cunzato

Se pensate al solito panino siete proprio fuori strada. Per fare il pane cunzato è necessario il tipico pane siciliano, condito con i sapori inconfondibili della nostra terra. Acciughe salate, origano, pecorino e pomodoro maturo con un filo di olio d'oliva extra vergine. Non lo chiamerete più “panino”.

9. Pizza rianata (origanata)

Le pizze sembrano tutte uguali ...ma la Pizza alla trapanese detta anche rianata (origanata) è una pizza davvero speciale. 

A San Vito Lo Capo ci sono delle ottime pizzerie anche da asporto.

10. Cannoli

Il Cannolo è una semplice cialda croccante, ripiena di freschissima ricotta…dopo che lo avrete assaggiato capirete perché è così famoso.

Possiamo dire che il Cannolo è il dolce che meglio rappresenta l’enorme varietà della pasticceria siciliana, ma anche emblema della sicilianità, che ci vuole un po’ rudi all’esterno ma teneri dentro.

7 giu 2017

LA STORIA DI SICILIA, LA PRINCIPESSA CHE SFUGGÌ AL GRECO LEVANTE



Con questo racconto vogliamo accompagnarvi nella vita di Sicilia, una bellissima principessa che viveva nelle lande orientali, baciate dalle acque levantine del Mediterraneo. Appena nata un oracolo le predisse che, se avesse voluto sopravvivere, al quindicesimo anno di età avrebbe dovuto abbandonare il suo Paese e la famiglia per sfuggire al Greco-Levante, un mostro famelico che, sotto le forme di un gatto mammone, l’avrebbe divorata.

La giovane, al compimento della fatidica data, messa dai genitori su una barca e spinta a largo, ebbe, per tre mesi, come unico compagno il pensiero della morte ma, nel momento di maggiore disperazione, i venti amici la condussero sulla spiaggia deserta di una terra luminosa e calda, ricca di frutti che ne profumavano l’aria.


Nonostante il paradiso terrestre che l’aveva accolta, Sicilia, spaventata da quella solitudine che sembrava non volerla più abbandonare, iniziò a piangere ma, per incanto, uno splendido giovane le si avvicinò spiegandole il mistero di quella terra ricca, ma senza uomini. Da tempo i suoi abitanti erano morti di peste e gli Dei, benevoli, avevano deciso di ripopolarla scegliendo loro due per questa missione vivifica.

L’isola, per questa ragione, fu ribattezzata col nome di colei che avrebbe portato in grembo le future, forti e fiere generazioni. (Della reazione di Sicilia a tale rivelazione non ci è dato sapere, anche se la storia sembrerebbe suggerirci la sua grande contentezza).

Due grandi folcloristi, il Salomone Marino e il Pitrè, hanno trovato come riferimento culturale di questo racconto l’antica favola di Egesta che, abbandonata dal padre Ippota, nobile troiano, su una barchetta affidata alle onde per sfuggire al mostro marino inviato dal dio Nettuno e approdata in Sicilia, sposò il dio fluviale Crìmiso, generando Aceste o Egeste.

Il fondamento storico sarebbe, invece, da ricercare in quell’accenno all’ingordo Greco-Levante che altri non sarebbe che l’impero bizantino, la cui dominazione in Sicilia (535-827) è ricordata, soprattutto, per l’avido fiscalismo. A tal proposito si narra che per spaventare i bambini cattivi gli si diceva: “Vidi ca vénunu i greci!”. (Per un mio trasporto per i greci-bizantini, invece, spero “ca vénunu”).

Detto ciò, Viva Sicilia, nostra florida progenitrice.

(di Giusi Patti - da http://www.iviaggidicicerone.it)

La Madonna di Trapani all'interno di "Casa Professa" a Palermo



La cappella della Madonna di Trapani all'interno della chiesa del Gesù, comunemente conosciuta dai palermitani con il nome di Casa Professa, che le deriva dall’annessa casa madre dell’ordine, è uno dei monumenti più celebri del capoluogo: senza dubbio una delle chiese più fastose di tutta la Sicilia, tra le massime espressioni dell’arte barocca, nella sua forma più “ridondante”, ricca, appariscente ed esuberante.

Sullo sfondo della cappella si trovano rilievi in mischio raffiguranti false prospettive di colonne tortili ad opera di Camillo Camilliani (1597), entro la nicchia centrale si trova, proprio, una statua della "Madonna di Trapani", del XVI sec, di Antonello Gagini .
Lungo le pareti laterali "L'Annunciazione" e la "Purificazione di Maria" (1645), attribuiti a Rosalia Novelli, figlia del famoso Pietro Novelli.

La Chiesa del Gesù è uno dei più importanti edifici religiosi in stile barocco, di Palermo. Costruita nel 1590 per volere dei Gesuiti, nel quartiere dell’Albergheria.

Come scrive Mario Serraino nel suo libro, il culto di Maria S.S. di Trapani si diffuse rapidamente in molte parti della Sicilia, in Sardegna, in Tunisia, dove è conosciuta come Notre Dame de Trapani, nell’Occidente tutto fino alle lontane Americhe.

Il gesuita tedesco Wilhelm Gumppenberg racconta che nel ‘500 in città c’erano una quarantina di botteghe che producevano ogni anno ben 5000 copie della famosa statua da dedicare all’esportazione. 
Erano esemplari in madreperla, corallo, alabastro e avorio lavorati con maestria. 
Due copie si trovano ancora oggi al Louvre di Parigi nella sezione dedicata alla scultura rinascimentale. E un grande dipinto della Madonna si trova nella cappella principale del Monastero de Las Descalzas Reales di Madrid, fondato dall’infanta Giovanna, figlia di Carlo V d’Asburgo, il quale, ricordiamolo, passò da Trapani dopo aver sconfitto la flotta turca.