18 giu 2016

QUELLA VITTORIA DI PIRRO

Un episodio di storia poco conosciuto

Nel 280 a.C. Pirro, re dell’Epiro, decise che quel piccolo regno gli stava stretto e sbarcò in Italia, forte dell’aiuto del re di Macedonia, Tolomeo Cerauno, e incoraggiato dall’oracolo di Delfi che gli prediceva un nuovo regno in Italia. Dopo due difficili vittorie contro i Romani ad Heraclea e ad Ascoli Satriano, mosse col suo esercito verso la Sicilia, sia per tirare un po’ il fiato perchè l’esercito romano, seppur sconfitto due volte restava pur sempre temibile, sia perchè i Greci avevano chiesto il suo aiuto per scacciare dalla Sicilia i Cartaginesi, loro nemici storici con cui erano in guerra da diversi secoli.

Così nel 278 a.C. nominato dai Greci re di Sicilia dichiarò guerra a Cartagine e mosse verso sud al comando di 10000 soldati, che nel corso della campagna diventeranno quasi 40000. Fu una vera guerra lampo. Ad una ad una tutte le città siciliane alleate dei cartaginesi vennero conquistate. Erice, la più munita fortezza filo-cartaginese cadde nel 277 a.C. Non abbiamo notizie sulla sorte di Trapani ma dato che gli storici non ne parlano si presuppone che fu conquistata da Pirro senza colpo ferire prima di mettere l’assedio a Erice.

Fatto sta che nel 277 a.C. tutte le città siciliane, con l’unica eccezione di Lilibeo, l’odierna Marsala, erano occupate da Pirro o alleate con lui. Lui, Pirro, se ne stava accampato a Erice non si sa bene perchè fino all’anno successivo quando decise di tornarsene da dov’era venuto, fiaccato dalla vita siciliana, dall’infruttuoso assedio di Lilibeo e da alcuni focolai di ribellione in alcune città siciliane che l’avevano salutato come un liberatore all’inizio del blitzkrieg. Fece però l’errore di rifiutare alcune ragionevoli offerte di pace cartaginesi e quindi questi che non aveveano mai cessato di rifornire la città di Lilibeo e di finanziare la guerriglia nei territori occupati, lo inseguirono e affondarono parte della sua flotta nello stretto di Messina.

Ma per Pirro le brutte sorprese non erano finite. I Romani avevano infatti ricostituito il loro esercito anche con l’aiuto cartaginese e cingevano d’assedio Taranto. Stancamente Pirro mosse direttamente su Roma ma a Maleventum venne malamente sconfitto. Il vecchio generale, anche se aveva solo 43 anni, riuscì a scappare in Epiro e a continuare a guerreggiare da quelle parti finchè non fu ucciso in battaglia nella città di Argo.

Sic transit gloria mundi. Il generoso e valoroso comandante che aveva tutte le qualità per sconfiggere sia i Cartaginesi che i Romani oggi si trova nei libri di storia dalla parte degli sconfitti. Avesse marciato su Roma, invece che su Trapani, forse la storia avrebbe preso un’altra direzione e la profezia dell’oracolo di Delfi si sarebbe avverata…

(da rumpiteste.wordpress.com)

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