17 giu 2016

ISLAM IN SICILIA: UN GIARDINO TRA DUE CIVILTÀ


Percorsi tra antico e contemporaneo


La Fondazione Orestiadi di Gibellina, nell’ambito delle sue attività di ricerca sulle culture dei popoli del Mediterraneo, ha elaborato un progetto che analizza le influenze della cultura islamica sull’arte siciliana, che ha come momento centrale il periodo della dominazione araba della Sicilia per analizzare le influenze tra le varie culture anche nella produzione contemporanea. Un progetto voluto dal compianto Ludovico Corrao a testimonianza della vocazione di Gibellina come luogo di dialogo e di confronto tra i popoli e a sottolineare l’impegno costante della Fondazione Orestiadi nel processo di crescita culturale e di aggregazione umana e sociale dei paesi che si affacciano nel Mediterraneo. 

La manifestazione rientra tra le iniziative direttamente promosse dall’Assessorato Regionale al Turismo Sport Spettacolo con fondi europei e con la gestione complessiva da parte del Servizio Turistico Regionale di Trapani diretto da Giovanni Cudia. La Sicilia ha un patrimonio specifico ed unico: quello della civiltà islamica che fu presente in Sicilia dal IX al XII secolo. E’ su questo che bisogna contare. Palermo ha alcuni beni culturali unici ed eccezionali: la Cappella Palatina, il Duomo di Monreale, la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, la Zisa, la Cuba. 

L’Islam siciliano è un fattore turistico e culturale vincente che tuttavia non è stato mai sfruttato sufficientemente. Lo ha definito, più di un secolo fa in maniera mirabile, Michele Amari. Da esse bisogna ripartire. Grande è, nonostante tutto, la forza d’attrazione dell’Islam siciliano e dei suoi monumenti superstiti. La Sicilia, ideale punto strategico d’incontro e di confronto delle culture del Mediterraneo con l’Islam, conobbe un momento importante della sua storia ricco di conseguenze. Rivisitare questo momento storico è un voler riprendere le trame di un tessuto molto complesso di antichi valori, di linguaggi, di tradizioni che si intrecciano in una affascinante variegata realtà brillantemente sfaccettata. 

Questa rivisitazione può essere di grande aiuto per conoscersi e riconoscersi nello scambio dialogico, obbligatorio fra le due sponde del Mediterraneo, più che mai necessario in questo momento di grandi cambiamenti, se non vogliamo cadere succubi di una tecnologia piattamente omogeneizzante. Il progetto “L’Islam in Sicilia: un giardino tra due civiltà” documenta il legame sociale, culturale e artistico della Sicilia con le sue origini ed i continui scambi avvenuti nel tempo e che ancora oggi influenzano le culture del Mediterraneo. 

Lo scopo principale del progetto è quello di valorizzare siti di grande valore culturale, storico, architettonico, paesaggistico ed al tempo stesso creare condizioni di interesse per aumentare i flussi turistici nel territorio. Gli spazi espositivi prescelti per l’iniziativa sono le Scuderie di Palazzo della Cuba ed il Castello di Maredolce a Palermo, dove si è svolta la prima parte della manifestazione, ed il Baglio di Stefano di Gibellina, sede della Fondazione Orestiadi, dove resterà allestita fino al 15 Maggio la mostra “Islam in Sicilia, percorso tra antico e contemporaneo” suddivisa in quattro sezioni (Antropologia, Archeologia, Installazioni Artistiche e Multimediali, Espressioni Artistiche Contemporanee). A conclusione della manifestazione in programma il 15 Maggio un concerto di chiusura sempre al Baglio Di Stefano

(da www.eventitrapani.it)

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