18 giu 2016

BICCHIRATI


Ogni trapanese, e in questo non c’è differenza col resto dei siciliani, si sente un dottore. A chi non è capitato infatti, visitando un amico o un parente malato, di criticare la terapia del medico e di suggerirne una migliore? E tra il consiglio disinteressato di un amico che vi conosce da una vita e quello di un medico, laureato, ma pur sempre estraneo, voi a chi dareste retta?

Molto al riguardo ci è stato raccontato da Giuseppe Pitré nella sua Medicina popolare siciliana, un vero e proprio trattato di sociologia più che di medicina, ma non è di questo che vogliamo parlarvi oggi. Oggi parliamo di un rimedio per i dolori muscolari, rivolto soprattutto a chi ha mal di schiena.

Vi servono soltanto un bicchiere di vetro, una moneta, un po’ d’olio d’oliva e un fazzoletto di stoffa. E siccome la schiena è difficile da raggiungere, chiedete a un amico di improvvisarsi infermiere. Se avete già un amico che si è prestato a fare da cavia per farsi fare il malocchio non sarà difficile chiedergli il favore di aiutarvi a fare le bicchirate.

Basta avvolgere il fazzoletto attorno alla moneta e legarlo con un po’ di spago in modo che la moneta non cada fuori. Alla fine l’aspetto ricorda un po’ il sacchettino dei confetti. Si immerge quindi la miccia, cioé la parte del fazzoletto non a contatto con la moneta, nell’olio.

Adesso il vostro amico infermiere non deve far altro che accendere la miccia e poggiare il fazzoletto acceso sulla parte che vi fa male coprendo subito il tutto col bicchiere facendo aderire bene il bordo con la pelle.

La fiamma si spegne praticamente subito e la pelle sotto al bicchiere viene “risucchiata” dando un immediato senso di sollievo, quasi come un succhiotto, ma senza lasciare tracce. L’operazione si può ripetere in diverse parti avendo cura ogni volta di ribagnare con l’olio la miccia del fazzoletto.

C’è chi dice che sia un rimedio infallibile per tutti i problemi muscolari, indolenzimenti, contratture e altro. Noi però vi consigliamo di andare lo stesso dal medico, non perché non ci crediamo, ma perché rischiate di bruciare la casa o, peggio ancora, di trasformarvi in una torcia umana.

(da rumpiteste.wordpress.com)

Nessun commento:

Posta un commento