20 giu 2016

SCIACCA, ABBRACCIATA DAL MARE AFRICANO



Case colorate che sembrano avvolgersi su se stesse e rotolare verso l’acqua, per formare un tutt’uno con il porto e le barche ammassate contro il molo.Sciacca, vista dal mare, sembra una grande costruzione inLego fatta da un bambino creativo. Non priva di un’intrigante armonia cromatica, questa cittadina in provincia di Agrigento affaccia a mezzogiorno a guardare l’Africa, non nasconde le sue radici arabeggianti. Più che il singolo monumento, più che le spiagge vicine, è proprio tutta la città nel suo insieme a incantare. 

Il brulicare di vita peschereccia (la sua flotta è seconda solo a quella di Mazara del Vallo) e di attività connesse soprattutto al pesce azzurro, esprime senza dubbio l’essenza più intima di Sciacca, oltre a lasciar pregustare abbondanti e appaganti mangiate di pesce a prezzi “sconosciuti” nel resti d’Italia. Altre ricchezze culturali “saccensi” (così chiamati gli abitanti, non sciacchesi) sono legate alle tradizioni: produzione di maioliche (che si possono ammirare e acquistare in diverse botteghe) e il sentitissimo, antico Carnevale, una delle manifestazioni più coinvolgenti della tradizione della Regione. Come in molti genuini centri siciliani, sulle prime il dedalo delle vie sembra non incoraggiarti. Poi ti abbraccia. 

Per sorprenderti con grandi vedute e palazzi di rango. Ne è un esempio piazza Scandaliato, vera terrazza belvedere sul mare e sul porto multicolore. Poco oltre si apre la piazza Duomo di origini Normanne (di cui conserva solo l’esterno delle tre absidi). Sulla sua destra si apre corso Vittorio Emanuele, fiancheggiato da edifici di pregio comePalazzo Tagliavia(dalla facciata coronata da merlature e scandita da portali e sesto acuto e da una trifora gotica). I resti del Castello Conti Luna, della fine del XIV secolo, la Normanna chiesa di San Nicolò, i palazzi settecenteschi Inveges e Ragusa sono solo un antipasto di Palazzo Steriopinto (all’angolo tra corso Vittorio Emanuele e via P. Gerardi, a due passi da porta San Salvatore e la chiesa del Carmine). 

In stile catalano, del XV secolo, denota il suo linguaggio originale a bugnato con bifore e merli ghibellini. Ma un pò ovunque, a Sciacca, colpisce la varietà e la stratificazione degli stili, i particolari come le ringhiere panciute dei balconi, i portali, le bifore e tanti segni delle diverse culture inglobate negli edifici. Sciacca assume poi un’altra inaspettata atmosfera, sontuosa anche se un pò decadente, nella zona delle Terme. Nella cosiddetta “Valle dei Bagni” c’è l’ottocentesco stabilimento termale (restaurato), mentre è del 1938 il nuovoStabilimento Termale. Il suo grande complesso neo-liberty non passa inosservato. Alto sul mare, è circondato da un bel parco a sud-est della città. Un altro complesso di piscine termali è il località Molinelli. Uscendo per via Figuli, in direzione di Agrigento, a un paio di chilometri l’ultima sorpresa: il Castello Incantato. È un giardino davvero incredibile in cui campeggiano le teste scolpite nella pietra dal proprietario Filippo Bentivegna(morto nel 1967), soprannominato “Filippu delli Testi”. I volti e le espressioni delle sculture, realizzate nel corso di mezzo secolo, emettono un magnetismo a volte davvero inquietante.

(da http://www.blogsicilia.eu)

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