30 ott 2016

PIETRO III D'ARAGONA SBARCA A TRAPANI




I VESPRI SICILIANI
Nella seconda metà del secolo Trapani cade, con tutta la Sicilia, sotto la dominazione angioina.

Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi il Santo, fu incoronato a Roma re di Sicilia nel 1266, dopo avere sconfitto a Benevento Manfredi, figlio di Federico II e Bianca Lancia, che morì in battaglia, ponendo fine al potere della dinastia sveva e con essa anche il concetto stesso di "stato autonomo" del Regno di Sicilia, istaurato e portato avanti dai re normanni con la conquista di Ruggero II d'Altavilla 

Carlo d'Angiò non rispettò la tradizione di essere eletto a Palermo dal popolo e dai baroni siciliani e trattò l'Isola come una provincia occupata da milizie ostili, mentre Napoli diventava il centro del regno.
La Sicilia era governata da baroni francesi, che assunsero il controllo delle città. Pure l'amministrazione della giustizia e dell' erario passò nelle mani di esosi e corrotti funzionari francesi, che introdussero pesanti corvées e inaccettabili limiti alla libertà di caccia e di pascolo.
L'aristocrazia siciliana fu pesantemente mortificata e tutto questo porto allo scoppio della ribellione che diede avvio a una serie di guerre, chiamate "Guerre del Vespro" per il controllo della Sicilia, definitivamente conclusesi con il trattato di Avignone del 1372.

Tutto ebbe inizio all'ora del vespro del 30 marzo 1282, lunedì dopo la Pasqua, sul sagrato della Chiesa dello Santo Spirito, a Palermo. 
L'insurrezione dilagò immediatamente in tutta la Sicilia. 
A generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguardosa ad una giovane nobildonna accompagnata dal consorte con la scusa di ricercarle armi nascoste sotto le vesti. La reazione dello sposo, a difesa della nobil-donna, fu appunto la scintilla che dette inizio alla rivolta. Nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani si abbandonarono ad una vera e propria "caccia ai francesi", presto trasformatasi in una autentica carneficina.
Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso ad uno shibboleth (cfr. Giudici 12,5-6), mostrando loro dei ceci e chiedendo di pronunziarne il nome; appena i francesi dicevano "siseró" anziché "ciciru" venivano uccisi!

La corona dell'Isola fu offerta dai notabili siciliani a Pietro lll re d'Aragona

Pietro III D'Aragona il 30 agosto 1282 sbarca a Trapani, e viene accolto come liberatore da Palmiero Abate, Signore di Trapani, ed il 4 settembre viene proclamato Re di Sicilia a Palermo.

Nell'aprile del 1283 giunge a Trapani dalla Catalogna tutta la famiglia reale, con la regina Costanza e gl'lnfanti Giacomo, Federico e Violante.
Pietro III d’Aragona rimane in Sicilia dal 30 agosto 1282, giorno del suo sbarco a Trapani, all’11 maggio 1283 data della sua partenza da Trapani per Valencia.

In seguito agli avvenimenti del Vespro, il porto divenne “porto dei re” come scrive Laura Sciascia, infatti, dopo l'arrivo di Pietro III d'Aragona, fu consuetudine dei re aragonesi sbarcare in Sicilia dal porto di Trapani.

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