5 ott 2016

L’AFFONDAMENTO DELLA NAVE DI SUA MAESTA’


Il mare attorno a Trapani sembra un cimitero delle navi. Oggi parliamo di una nave da guerra britannica, equipaggiata con 64 cannoni, tecnicamente definita di terzo grado, in quanto le navi di primo e secondo grado erano quelle piú grosse e lente, anche se equipaggiate con una forza di fuoco maggiore.

La nave fu costruita a Malta, allora sotto dominio britannico, e calata nelle acque de La Valletta ne 1796 col nome di San Giovanni.

Agli amanti delle coincidenze non sarà sfuggito che anche la chiesa di Sant’Agostino al momento della costruzione fu intitolata allo stesso santo, ma questa è un’altra storia…

Torniamo a Malta, in quel periodo contesa tra inglesi e francesi che se le davano di santa ragione.

Nel 1798 davanti le acque de La Valletta il San Giovanni fu catturato dai Francesi che lo ribattezzarono Athenien e lo adibirono a servizi medici. I francesi, ricordiamolo guidati daNapoleone, riuscirono a conquistare l’isola, tradizionale roccaforte inglese, che divenne importantissima per i piani del Bonaparte per l’imminente campagna d’Egitto.

La Battaglia del Nilo sorrise però all’ammiraglio Nelson, che ditrusse la flotta francese del Mediterraneo e permise al generale Abercromby due anni dopo di rimettere piede nelle terre maltesi dopo averne scacciati i francesi. L’Athenien ripassó allora nelle mani degli inglesi che lo ribattezzarono HMS Athenienne.

In quel periodo turbolento la nave fece avanti e indietro per il Mediterraneo e nel 1805 diede il suo contributo nella Battaglia di Trafalgar, che sancì il dominio inglese sui mari per i due secoli a venire. Il comandante della flotta inglese, il brillantissimo Nelson, proprio nel momento della vittoria, venne colpito a morte da un cecchino. Da buon inglese il suo cadavere fu messo in una botte di brandy, e trasportato a Londra per ricevere i solenni, e meritatissimi, funerali.

Ma torniamo all’HMS Athenienne, che dopo la battaglia ripartì verso la base di Malta al comando del capitano Robert Raynsford con 470 uomini di equipaggio.

Se vi siete chiesti dall’inizio dell’articolo che c’entra Trapani, eccoci arrivati alla conclusione. La nave non arrivó mai in porto perché uno scoglio sommerso la affondó nel Canale di Sicilia 150 km a ovest di Trapani. Solo 141 persone riuscirono a mettersi in salvo e furono soccorse il giorno successivo da una nave danese. Le altre non ce la fecero.

Era il 16 ottobre 1806. Quello che non erano riuscite a fare le guerre napoleoniche, riuscí quel piccolo scoglio…

Coordinate dell’affondamento: 37°47′ N 10°46′ E

(da rumpiteste.wordpress.com)

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