5 ott 2016

Gli Aragonesi

L'Editto del 1286 di Giacomo II d'Aragona. La città si espande.
La Rua Grande e la Rua Nova

Trascorso il periodo normanno, altri dominatori stranieri si avvicendarono e si contesero la conquista della Sicilia: prima gli Svevi, poi i malversatori
Angioini, quest'ultimi cacciati come oppressori nel 1282 con i Vespri Siciliani. 
Quindi fu la volta degli Aragonesi. L'evento del Vespro e i successivi regni di Pietro, Giacomo e Federico sono fondamentali per la storia di Trapani e dei suoi abitanti. 
Infatti, come afferma C. Trasselli, la crisi di Messina determina lo spostamento dell'asse economico. Il porto di Trapani, già potenziato da Carlo d'Angiò per la necessità della sua politica mediterranea, assume un ruolo fondamentale nel quadro della politica economica catalano-­aragonese.
Come scrive Serraino, durante la dominazione aragonese, Trapani acquistò una posizione invidiabile, e ciò in quanto agevolata dalla sua posizione geografica e dal fervore commerciale dei suoi abitanti. 
A testimonianza della considerazione in cui era tenuta la città dagli Aragonesi abbiamo Il Regesto Poligrafo," custodito presso la Biblioteca Fardelliana , il Rollo3 dei privilegi e delle consuetudini presso il Museo Pepoli, dove sono riportate le concessioni fatte da Federico III nel 1314 a Trapani , e cioè l'estensione di tutti i privilegi goduti della città di Messina e Siracusa, e del 1331 l'estensione delle consuetudini di Messina. 
Tra i privilegi riportati possiamo ricordare, quello sul console da eleggere dai trapanesi fuori la terra di Trapani, presso il quale dovevano esser citati. Con tale provvedimento venne concesso ai trapanesi di eleggere un proprio console a Tunisi. 
Un altro privilegio in favore dei trapanesi era che non potevano essere chiamati in giudizio fuori la terra di Trapani. 

Ma andiamo ai fatti salienti, nel 1282, la città partecipò alla rivoluzione dei Vespri Siciliani, sotto la guida di Palmiero Abate signore di Trapani, uno dei maggiori promotori della rivolta del vespro contro il dominio francese degli Angioini.
La città accolse per prima Pietro III d'Aragona che, sbarcato a Trapani il 30 agosto 1282, ivi soggiornò ospite dello stesso Palmerio Abate e il 4 settembre venne proclamato Re di Sicilia a Palermo. 
In seguito agli avvenimenti del Vespro, il porto divenne “porto dei re”, infatti, dopo l‟arrivo di Pietro III d‟Aragona, fu consuetudine dei re aragonesi sbarcare in Sicilia dal porto di Trapani.

Nell'aprile del 1283 giunge a Trapani dalla Catalogna tutta la famiglia reale, con la regina Costanza e gl'lnfanti Giacomo, Federico e Violante.
Pietro III d’Aragona rimane in Sicilia dal 30 agosto 1282, giorno del suo sbarco a Trapani, all’11 maggio 1283 data della sua partenza da Trapani per Valencia. Durante il Suo Regno, mantenne sempre divisa la Corona di Sicilia con quella Aragonese.
A Pietro III d’Aragona succedettero i figli Alfonso III, sul trono di Spagna ed, in Sicilia, il secondogenito Giacomo che assunse il titolo di Giacomo II (1286).
Egli fu il sovrano aragonese che maggiormente soggiornò a Trapani e a cui si deve lo sviluppo urbanistico della città.
A Giacomo II si deve, infatti, l'Editto del 1286, con il quale si ebbe il riordino urbanistico e l'ampliamento della città di Trapani. 
Sotto il suo regno fu costruita una nuova cinta muraria che, inglobando l'antico impianto quadrato, determinava una sostanziale espansione della città verso ovest e, in misura minore, verso nord. 
Ad occidente, già da tempo sede di consolati stranieri ed impianti religiosi, nacque il terzo quartiere della città, detto “ Palazzo”, al centro del quale fu tracciata la “Rua grande ” (Corso V. Emanuele ) con inizio quasi in asse all'antica Porta Oscura, sopra la quale fu costruita la Torre dell'orologio . 
A settentrione fu tracciata la “Rua Nova” (via Garibaldi), da cui il rione prese nome.
Anche a Mezzogiorno fu operato un piccolo ampliamento. 
La bianca città quadrata descritta da un viaggiatore arabospanolo, tal Abu tl­I:Iu Mnharnmad, del periodo arabo si andava sempre più trasformando nella città peninsulare che tante stampe cinquecentesche ci hanno fatto conoscere. 
La città risultava divisa in cinque quartieri . 
Due appartenevano al nucleo più antico: del Casalicchio (detto poi San Pietro), così chiamato probabilmente per la consistenza minuta delle sue case, e di Mezzo (poi San Nicola), il cui nome indica la posizione mediana che venne allora ad acquisire. 
Tre costituivano, invece, la nuova espansione: Rua Nuova a nord, S. Lorenzo e San Francesco ad ovest. Questi ultimi due componevano la zona del Palazzo, chiamata così forse per la presenza di eleganti costruzioni. 
La cinta muraria aragonese fu dotata di undici nuove porte . 
Cinque erano a mezzogiorno: dei Pescatori, delle Putitelle, della Dogana, dei Genovesi, e Porta Serisso. 
Tre si trovavano a tramontana: Porta Felice, della Madonna Gallo, Porta delle Botteghelle o Bottegarelle. Un'altra era a ponente, detta dei “Pescatori del Palazzo”. 
Nella parte vecchia della città fu aperta la porta detta Reale, perché fu fatta fabbricare dal re Giacomo.
Oltre a queste, restavano nei vecchi muri orientali la Porta di Terra e la Porta di Mare, accanto alla Torre Pali. 
Alla fine del Trecento, in occasione dell'arrivo a Trapani del re Martino e della regina Maria, venne aperta un'altra grande porta, chiamata poi della Regina, vicino a quella della Dogana, usata per tutto il XV secolo solo eccezionalmente. 
Sempre a Giacomo II viene attribuito il potenziamento del Castello di Terra. Tale intervento, necessario per completare l'opera di fortificazione della città, consistette nella creazione di un fossato e di un contromuro attorno al nucleo originario.

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