5 ott 2016

6 Aprile 1943, Trapani. Il giorno più brutto.

Come ci racconta Beppino Tartaro nel suo scritto:
6 Aprile 1943, Trapani sfigurata dalle bombe 

Trapani fu teatro di uno dei più cruenti bombardamenti della seconda guerra mondiale. 
Il 22 giugno, appena dodici giorni dopo lo scoppio delle ostilità, intorno alle ore 13.00, una piccola squadriglia di apparecchi francesi, fece capire ai trapanesi che la guerra era ormai divenuta realtà. 
Ad esser colpite furono le zone del Borgo Annunziata, della Prefettura, del Corso Vittorio Emanuele e della Marina. 
A seguito di quel bombardamento si ebbero trenta morti e circa cinquanta feriti che furono curati nell'ospedale della Croce Rossa, allestito nei locali dell'Asilo Charitas, dato che l'Ospedale Civile era stato sfollato a Valderice. 

Dopo quelle incursione non vi fu più alcun bombardamento nei due anni seguenti e nel frattempo sorsero circa una sessantina di rifugi in tutte le scuole e nelle caserme.
Siamo nel 1943, la guerra volge sempre più a favore degli Alleati. Dopo lo sbarco anglo-americano in Africa, l'importanza strategica di Trapani cresce notevolmente perché dalla città partono i convogli aerei e navali verso la Tunisia dove 'esercito italiano cerca di opporsi alle soverchianti forze avversarie.

Quando il 5 aprile venne bombardato a tappeto l'aeroporto di Milo causando la distruzione di una decina di aerei , a Trapani il 70% della popolazione era già sfollato. In città, impossibilitati a farlo
erano rimaste le classi più povere: operai, gente di mare, che popolavano densamente il quartiere di San Pietro.

Il 6 aprile 1943 Trapani conobbe l'inferno.

Una moltitudine di aerei sganciarono sulla città migliaia di bombe. 
I quadrimotori colpirono sull'asse nord-sud bombardando a tappeto la zona compresa tra il Porto e la Stazione ferroviaria. 

Inevitabilmente, il quartiere di San Pietro si trovò al centro di questo tremendo tiro al bersaglio. 
Fu una carneficina. In pochi riuscirono a salvarsi, le sirene suonarono quando già gli aerei erano sulla città e chi era riuscito a lasciare le case venne travolto dai crolli degli edifici. 
In quei quindici minuti di fuoco successe praticamente di tutto. 
A Piazza Teatro ( oggi Scarlatti ) saltò una cucina da campo tedesca provocando la morte di militari e civili mentre chi aveva cercato scampo nel rifugio allestito presso l'Istituto provinciale degli
Artigianelli rimase schiacciato dal crollo del palazzo.

A fine bombardamenti rimase una fitta coltre di polvere ed un silenzio spettrale rotto, a tratti, dalle urla di dolore di chi, sotto le macerie, cercava di salvarsi. 
Si contarono a Trapani circa seimila morti, fra civili e militari. 
Secondo una stima del Genio Civile il bombardamento interessò un area di distruzione di circa 94.000 metri quadrati. Andarono distrutti circa 300.000 vani, pari al 50% della città. 
Case, scuole, palazzi vennero cancellati per sempre. Le strette e tortuose vie del quartiere San Pietro (ben diverso da quello che vediamo oggi), i pregevoli palazzi, le antiche chiese vennero spazzati via e al loro posto uno scellerato piano di ricostruzione edificò palazzi a più piani (Piazza Scarlatti) e una via dritta e fredda (Corso Italia).

Trapani e i suoi figli più semplici vennero annientati in quel quarto d'ora di fuoco e morte. 

Trapani fu la terza città d'Italia, dopo Cassino e Pantelleria come entità dei danni. Il 30 aprile 1943, la città venne iscritta dal Comitato Nazionale dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra nel ruolo d'onore dell Associazione. Il 23 luglio l'esercito americano fece il suo ingresso a Trapani. Il 24 maggio 1964, il Presidente della Repubblica, on. Antonio Segni, appuntava sul gonfalone del Comune di Trapani la seconda medaglia d'oro al valor civile. 

Trapani
Medaglia d'oro al merito civile (31/12/1961) 
"Oggetto di continui bombardamenti, resisteva impavida alla furia nemica, offrendo alla Patria l'olocausto di seimila dei suoi figli migliori. 1940 - 1945"

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