6 nov 2016

UN POPOLO DALLE ORIGINI MISTERIOSE




GLI ANTICHI POPOLI SICILIANI 

Anticamente la Sicilia era abitata da diverse popolazioni indigene. Infatti Prima dell’arrivo dei Greci, la Sicilia venne abitata da diverse popolazioni di solito definiti “antichi popoli” e furono proprio loro che trovarono i Greci, quando nel 756 a.C., raggiunsero l’isola:

-gli Elimi all'estremità occidentale (Segesta, Erice, Entella), di supposta origine dell’Asia Minore (Turchia) - Intorno al 1100 a.C. dei popoli nomadi, si fusero con il popolo dei Sicani presente nell’isola. Questa nuova unione tra le diverse popolazioni portò alla fondazione del popolo degli Elimi. Le origini degli Elimi non sono note, forse fanno riferimento ad un unione tra genti autoctone con popolazioni egee o magari liguri. Sicuramente può essere affermato con certezza che gli Elimi non hanno un origine greca. La loro posizione in Sicilia si colloca nella parte nord–occidentale dell’isola, probabilmente prima dell’avvento dei coloni fenici. La storia di questo popolo si conclude già nel IV sec. a.C. e le testimonianze a noi pervenute dicono poco. Secondo il mito, Elimo era un principe troiano, figlio di Anchise e fratellastro di Enea. I principali storici tra cui Tucidide e Plutarco sono concordi sulle origini troiane degli Elimi: Tucidide scrive che gli Elimi erano fuggiti da Troia dopo che la città venne distrutta, raggiungendo, dopo un lungo viaggio attraverso il Mar Mediterraneo, la Sicilia, nei pressi di Trapani. Plutarco riferisce delle origini Troiane dei Segestani (gli abitanti di Segesta), una delle maggiori città Elime. Le città principali fondate dagli Elimi furono Erice che ospitava il centro religioso sul Monte Erice; Entella, situata nell’entroterra palermitano; Iaitias su un promontorio che domina la odierna San Giuseppe Iato; appunto Segesta la città dalla storia più rilevante e turbolenta. - Stanziatisi nella parte nord-occidentale della Sicilia, probabilmente prima dell’avvento dei coloni fenici, gli elimi fanno di Segesta, Erice ed Entella i loro centri principali. La storia di questo popolo si conclude già nel IV sec. a.C. e le testimonianze a noi pervenute dicono poco. Secondo il mito, Elimo era un principe troiano, figlio di Anchise e fratellastro di Enea.

-i Sicani nel meridione e ad occidente, di origine indoeuropea - Le poche e frammentarie notizie storiche sui Sicani giunte fino a noi provengono dai Greci. Gli studi archeologici fanno risalire al III millennio a.C. l’arrivo di questo popolo nella Sicilia occidentale, in particolare nella parte situata ad ovest dell’Imera del sud (Salso). I loro contatti con la civiltà minoica sono stati confermati da scoperte recenti mentre non sono tuttora chiari i rapporti esistenti con i vicini Elimi. Secondo una teoria tradizionale, i Sicani sarebbero di origine pre–indoeuropea. Quasi tutti gli storici sia greci che latini sono concordi sul fatto che i Sicani fossero di origine iberica; solo alcuni sostengono che, al contrario, siano una popolazione autoctona, insediatasi in origine su tutta l’isola, inoltre dedita all’agricoltura, sospinta nelle parti occidentali a seguito di una forte eruzione dell’Etna che ricoprì vaste zone dell’isola. Al di là di quale sia l’origine, i Sicani fanno di Iccara, Inico e Indara i loro centri principali. - Gli studi archeologici fanno risalire al III millennio a.C. l’arrivo dei sicani nella Sicilia occidentale, in particolare nella parte situata ad ovest dell’Imera del sud (Salso). I loro contatti con la civiltà minoica sono stati convalidati da scoperte recenti mentre non sono tuttora chiari i rapporti esistenti con i vicini elimi. Giunti probabilmente dalla Spagna, i sicani fanno di Iccara, Inico e Indara i loro centri principali.

-i Siculi ad oriente, di origine indoeuropea - Intorno al 1400 a.C. i Siculi, popolo indoeuropeo di sicura origine italica, raggiunsero le coste della Sicilia; a causa del loro arrivo intorno all’anno 1000 a.C. il popolo dei Sicani già presente nell’isola dovette spostarsi nella parte sud – occidentale della regione, mentre i Siculi occuparono quella orientale. In particolare, ci viene narrato come le aree lasciate libere dai Sicani causa la famosa eruzione dell’Etna, siano state proprio oggetto di conquista di questo nuovo popolo. Il confine tra Sicani e Siculi è rappresentato dal fiume Salso. Il toponimo siculi fa riferimento a Siculo, un presunto re che avrebbe dato il nome al proprio popolo e di conseguenza alla Sicilia; anche se, è necessario sostenere che sono numerose le teorie secondo le quali siano stati i Liguri a raggiungere le coste della Sicilia al posto dei Siculi, o anche gli Ausoni sempre comunque con in testa lo stesso condottiero di nome Siculo. Purtroppo non sono molti i riferimenti certi di questo popolo; i dati che si possiedono sulla loro lingua provano una certa affinità con il latino. Molto più rilevante il ricordo della loro inimicizia con i greci (una delle poche cose che li accomuna ai Sicani), anche se, nello stesso tempo ne assorbirono la loro cultura. Ai siculi si attribuisce il culto dei Palíci, due divinità della mitologia romana. Da questo termine deriva Palikè che, insieme a Menai, Morgantina e Pantalica furono le principali città fondate dai Siculi. - Soppiantando lentamente i sicani, il popolo siculo, che risale al II millennio a.C., si è insediato nella parte orientale dell’isola, proveniente dalla penisola con una emigrazione per sfuggire dall’ invasioni dei loro territori dagli Enotri e dagli Opici. I dati che si possiedono sulla loro lingua provano una certa affinità con il latino. Nemici dei greci, così come i sicani, ne assorbirono tuttavia la loro cultura. Ai siculi si attribuisce il culto dei Palici, due gemelli, figli di Zeus e della ninfa Talia, vennero al mondo ben due volte (palin = nuovamente, ikein = venire) – dalla madre prima e dalla terra poi – a causa della gelosia di Era (moglie di Zeus) che pregò la terra di ingoiare Talia; ma in seguito il suolo si aprì rigenerando i due neonati: i palíci. L’origine della mitologia non è certa; una leggenda fa i Palici figli Zeus, o probabilmente di Efesto, con la ninfa Etna o Talia, ma altri affermano che i Palici erano figli del dio siculo Adranos. Il culto, oltre a quello del dio Adranos, è collegato con quello della dea Hyblaia. Il mito dei Palici è raccontato nelle Etnee di Eschilo di cui rimangono pochi frammenti.

-i Fenici, nelle coste e isole (prima dell'arrivo dei Greci), poi estremità occidentale (Mozia, Panormo, Solunto, Lilibeo) - L’arrivo dei Fenici in Sicilia non può essere datato in modo certo. Con molta probabilità il popolo fenicio (dal greco “phòinix” cioè rosso, come riferimento alla stoffa di colore rosso che esso produceva) si è stabilito nella parte occidentale dell’isola appena prima dell’arrivo dei Greci o, alcuni sostengono, nello stesso periodo del popolo greco. Ciò che risulta maggiormente attestato che i Fenici si trovavano in tutto il mar Mediterraneo diventando veri e propri intermediari tra il mondo orientale e quello occidentale. Tra le molte città fondate, certa quella di Palermo ma anche Solunto, San Pantaleone (Trapani) e la piccola isola di Mozia. Proprio in quest’ultima dei recenti scavi hanno portato alla luce un santuario simile ad uno ritrovato a Cartagine; questo, ulteriore testimonianza dell’importanza di questo popolo in tutto il Mediterraneo. I Fenici vivevano con il commercio, le loro principali attività erano quella marittima e quella mercantile; famose le loro imbarcazioni costruite con i celebri cedri del Libano, con cui navigavano in tutto il Mediterraneo raggiungendo i principali porti che in quel periodo erano diventati molto fiorenti. Si dice che, gelosi della loro supremazia sul mare spaventassero i loro avversari con diverse leggende; furono loro che inventarono quella di Scilla e Cariddi, i due mostri che affondavano le navi nello stretto di Messina. Infine, notevole importanza, l’elaborazione della scrittura, per facilitare i rapporti con i popoli vicini; l’alfabeto fenicio, composto da 22 segni, corrispondenti ai più importanti suoni della voce umana. Proprio dall’alfabeto fenicio sono derivati quello ebraico, quello greco e quello romano che ancora oggi noi utilizziamo.

-i Morgeti - l'unica città importante di questa popolazione sarebbe quella di Morgantion il cui fondatore sarebbe stato l'eroe eponimo Morgete, si parla inoltre di una città chiamata Murganzio presso l'attuale villaggio di Agnone Bagni. 

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Se si conosce molto dei Sicani e dei Siculi, non si può dire altrettanto per gli Elimi. Le loro origini sono tuttora misteriose. 

Nella mitologia greca, Elimo era il figlio illegittimo di Anchise. Giunse in Sicilia seguendo la fuga di Enea dopo la distruzione di Troia. Decise di fermarsi nell'isola fondando numerose città, in accordo con il re Egeste che aveva accolto i profughi troiani. Secondo l'Eneide, invece, Elimo non ha legami di parentela con Enea, ma sarebbe semplicemente un suddito del mitologico re siciliano Egeste. Elimo, come riportano gli scritti, partecipò alle funzioni funebri celebratesi a Erice in onore di Anchise, un particolare che dimostrerebbe la sua vicinanza alla famiglia. 

Proprio questo misterioso personaggio avrebbe dato il nome agli Elimi, un popolo certamente non di origine greca, ma probabilmente derivato da una mescolanza di genti autoctone con popolazioni provenienti dall'Egeo. 

Tucidide, uno dei massimi esponenti della letteratura greca, scrive: "Gli Elimi erano fuggiti da Troia dopo che la città venne distrutta. Per evitare di essere catturati dagli Achei, un gruppo di Troiani fuggì e dopo un avventuroso viaggio attraverso il mar Mediterraneo approdò in Sicilia insediandosi al confine del territorio sicano. Fondarono le città di Erice e Segesta e, fondendosi con gli indigeni, presero il nome di Elimi". 

« I Siculi dall’Italia, ivi infatti abitavano, passarono nella Sicilia, fuggendo gli Opici, su zattere, secondo la leggenda e la verosimiglianza, dopo aver aspettato di passare allo spirare di un vento favorevole o forse sbarcando in qualche altro modo. Nell’Italia vi sono ancora dei Siculi e il paese fu chiamato Italia da Italo, un re dei siculi che aveva questo nome. Giunti in Sicilia, grosso popolo com’erano, vinsero in battaglia i Sicani, li scacciarono verso le parti meridionali e occidentali del paese e fecero sì che la terra si chiamasse Sicilia invece di Sicania. La abitarono, possedendo,dopo la traversata, le parti migliori della terra, circa trecento anni prima della venuta dei Greci. » (Tucidide, Storie)

Anche Plutarco fa riferimento alle origini troiane dei segestani. Insomma, si trattò probabilmente di rifugiati politici di alto rango. 

Per le vantate origini troiane, Segesta, che al momento della distruzione contava diecimila abitanti, potè beneficiare di un trattamento di favore da parte dei Romani. Città privilegiata perciò, ma misteriosa. La stessa scrittura conteneva caratteri greci, pur non essendo di lingua greca, mentre vi sono altre lettere, ritrovate incise nella pietra, che risultano ancora indecifrabili. 

Esistevano legami culturali tra la città di Segesta e gli Elimi? Le ricerche archeologiche non hanno mai chiarito questo aspetto. 

Dunque furono due popolazioni distinte? Si sa che gli Elimi furono un popolo colto e raffinato. Pur essendo soggetto agli influssi dominanti della cultura greca siceliota, non fu mai però in posizione subalterna, come le altre popolazioni indigene della Sicilia. Non solo: gli Elimi mantennero rapporti con le città limitrofe cercando di conservare sempre una propria autonomia, ma erano dotati di uno spiccato senso d'orgoglio, che li portava a non confondersi con le altre popolazioni. Si registrano tuttavia legami di sympoliteia, di doppia cittadinanza, con le città alleate, il che comportava alleanze militari, la messa in comune dei beni e delle rendite da santuari o da porti e mercati, lo scambio dei diritti di epigamia. 

Secondo Diodoro Siculo, gli Elimi fondarono 
-Entella, nell'entroterra palermitano, di cui però nonrimangono tracce; 
-Solunto, dove oggi si può ammirare il sito archeologico; 
-Erice, che ospitava un importante centro religioso; 
-Iaitias, su una collina che domina l'odierna San Giuseppe Iato, 
-e la stessa Segesta. 
Segesta in seguito si è ellenizzata,come dimostrano la presenza del magnificente tempio dorico e il teatro greco alla sommità del monte Barbaro. Da lì si domina il golfo di Castellammare del Golfo, la città dove si trovava l'emporium Segestanorum, come lo definì Ptolomeo Strabone.

Gli Elimi resistettero all'attacco della colonia greca di Selinunte, ma conobbero la devastazione di Pirro e caddero sotto il dominio romano. Si distinsero però dalle altre popolazioni, tanto che ancora oggi quando qualcuno cerca di spiccare per cultura ed eleganza si dice che si vanta di avere origini elime. 



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