22 nov 2016

IL VIAGGIO CERIMONIALE DI CARLO V A TRAPANI DOPO TUNISI



Il 20 agosto 1535 Carlo V, sbarca a Trapani dopo aver sconfitto la flotta turca e presta solenne giuramento nel Duomo della città. 

Carlo d'Asburgo fu Imperatore del Sacro Romano Impero come Carlo V, Re di Spagna, Re di Sicilia, Re di Sardegna come Carlo I, Re di Napoli come Carlo IV, e Duca di Borgogna come Carlo II. Fu una delle più importanti figure della storia dell'Europa, padrone di un impero talmente vasto ed esteso, su due continenti, che gli viene tradizionalmente attribuita l'affermazione secondo cui sul suo regno non tramontava mai il sole.

Il viaggio cerimoniale di Carlo v dopo aver espugnato Tunisi ebbe inizio con lo sbarco a Trapani. Benigno da Santa Caterina così testualmente riferisce : “Carlo V Imperadore nell’anno 1535, essendo sbarcato in Trapani, si conferì nel Tempio di S. Agostino, ed ivi giurò prima di tutte le città del Regno, di osservare i Privileggi di anzidetta Città, accordatigli da’ suoi Predecessori Sovrani. Quindi il Senato nel suo Sigillo intorno alle Armi di Trapani aggiunse le seguenti parole:
Drepanum Civitas Invictissima, in qua Caesar primum iuravit”.

Va detto, per inciso, che il titolo di “Invittissima” era stato conferito alla città nel 1478 da Ferdinando il Cattolico a riconoscimento «delle gloriose resistenze fatte sempre ai nemici del regno», mentre quello di Fedelissima venne invece attribuito successivamente da Filippo IV nel 1640.

Come scrive il prof. Salvatore Dalia, in "Il viaggio e i luoghi di Carlo V in Sicilia": A Trapani, Carlo V approdò il 20 agosto insieme al suo numeroso seguito e a ventimila schiavi cristiani liberati, dopo tre giorni di navigazione difficile a causa dei forti venti contrari. La città contava circa quindicimila abitanti ed era la quarta dell’isola dopo Palermo, Messina e Catania, forse la terza, considerando la sola popolazione intramoenia; il suo porto rivestiva una notevole importanza per gli interessi commerciali e militari spagnoli nel Mediterraneo occidentale, al punto che lo stesso imperatore definì la città “chiave del Regno”, con grande orgoglio dei suoi cittadini.

Questo testimonia la rilevanza assunta dalla città falcata nello scacchiere geopolitico dell'epoca. Carlo V sostò alcuni giorni, alloggiando nel vecchio palazzo dei Chiaramonte, poi Pepoli, situato di fronte alla chiesa di San Nicola, che per questo motivo conservò a lungo lo stemma imperiale. L’atto politico più importante del soggiorno trapanese fu la conferma dei privilegi della città, avvenuta con solenne giuramento dell’Imperatore nella chiesa di Sant'Agostino, allora Duomo della città.

Come scrive Maria Antonietta Visceglia, in "Il viaggio cerimoniale di Carlo v dopo Tunisi":
Il giuramento dell’imperatore sui privilegi della città di Trapani fu il primo gesto di una linea di riconoscimento delle istanze locali che fu una delle dimensioni che contraddistinse il viaggio dell’imperatore nei suoi domini. Trapani, fu una tappa minore del viaggio imperiale ma per niente insignificante a livello cittadino, essendo posti, durante il soggiorno del sovrano, che si protrasse fino al 25 dello stesso mese, i problemi cruciali per le finanze locali, del risarcimento dei danni subiti durante l’impresa e della concessione delle franchigie relative ai diritti di dogana per mare e terra "sicut et quemadmodum nunc gaudet civitas Messinae".

Carlo V, appendendo il suo drappo rosso, come ex-voto, giurò di confermare tutti i privilegi già concessi a Trapani da Alfonso il Magnanimo e Ferdinando il Cattolico , incluso quello del Senato di conferire la laurea in diverse materie, quali: teologia, matematica, medicina, fisica, giurisprudenza e belle arti.

Carlo V lasciò Trapani alla fine di agosto diretto verso Palermo.

A Carlo V, imperatore romano e re di Sicilia, gli abitanti di Trapani promisero, se fosse necessario, di fare con i propri corpi da muraglia et artigliaria et moriri in servicio di sua imperial corona.
La chiesa di Sant'Agostino, ricordiamo, essere stata dei Cavalieri Templari. Una conseguenza delle crociate fu, infatti, l’arrivo a Trapani di alcune confraternite maschili, che di ritorno dalla Terrasanta si fermarono in città: i Francescani nel 1224, i Domenicani nel 1230 e i Carmelitani nel 1240.

La prima confraternita ad arrivare a Trapani fu però quella dei Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone, meglio conosciuti come Cavalieri Templari, che si stabilì a Trapani nel 1140.
Trapani fu per i Cavalieri del Tempio, il secondo porto più importante della Sicilia, dopo Messina (strategico porto mercantile per i traffici con la Terrasanta): mentre Trapani era soprattutto una base militare dove spesso sostava la flotta templare.

Il cardinale Enrico Beccatelli, trapanese e protettore dell'ordine, donò loro un palazzo nel centro della città, accanto ad una preesistente chiesetta dedicata a santa Maria del Tempio, che i Templari riadattarono ad ospizio per ospitare i loro confratelli di ritorno o in partenza per la Terrasanta.
La Chiesa di Santa Maria del Tempio fu affidata prima ai cavalieri di Malta e da loro ribattezzata in onore di San Giovanni Battista e poi ai Padri Agostiniani.
Dopo la visita di Carlo V, la chiesa cambiò nome in Sant’Agostino

Per saperne di più: 
http://dprs.uniroma1.it/sites/default/files/337.html
http://www.federicosecondo.org/attachments/217_CarloV_DALIA_ita(low).pdf

Nessun commento:

Posta un commento