22 nov 2016

A PROPOSITO DEL "VALORE" DEI TRAPANESI...



Padre Benigno da Santa Caterina, Agostiniano Scalzo, vissuto negli anni 1743-1815, ricordato nelle Biografie degli uomini illustri trapanesi di Giuseppe Maria Di Ferro nella “classe dei migliori letterati”, nella sua opera manoscritta conservata nella Biblioteca Fardelliana di Trapani, suddivisa in due parti, una dedicata a Trapani Profana e una a Trapani Sacra, nella Parte Prima di Trapani Profana allo Stato presente, al capo Quinto « Del Valore di Trapani », scrive:

Una Piazza d'Arme sia quanto si voglia ben munita e fortificata , se però gli manca il Valore di chi la difende, poco o nulla è da calcolarsi. Il Valore dei Costituenti la medesima è quello, che rende la Città rinomata presso le Nazioni. Questo Coraggio d'Animo, nel far fronte all'Insidiatore Nemico è quella simpatica molla che tira a se tutti gli Uomini, per cui alcuni lo ammirano, ed altri lo temono. Al contrario di una Piazza fornita di valorosi Guerrieri, poco o nulla si stima . Ella è simile ad un Soldato tutto in apparenza ben provvisto d'arme ma senza Valore. Il Valore dunque, e non già l'ornamento del Soldato deve apprezzarsi maggiormente in una Piazza d'arme.

Or la Piazza di Trapani sempre è stata rinomata presso le Nazioni straniere. E ciò non solo , perchè presidiata in ogni tempo di valorosi Solidáti, ma moltoppiù per essere stata di tratto in tratto difesa dai suoi Naturali medesimi. Sono i Trapanesi , dice Orlandini, di sua Natura Coraggiosi, Armigeri, Audaci, Puntigliosi, e tali che nelle occorrenze non si lasciano far del torto. Sono inclinati piuttosto al generoso, che al servile, per cui mal volentieri , si danno a corteggiare ed a servire altrui.  Mostrano sempre Fedeltà ed Obbedienza ai loro sovrani, e di buona voglia mettono a rischio la Vita e tutti loro beni per difesa della Corona e del loro Sovrano.

Lo Schifalce Lilibetano parlando di Sciacca, di Mazzara, di Trapani, e di Marsala sua Patria, appellò i Trapanesi Intrepidi come può scorgersi in questi due seguenti Versi « Eschera Magnanimos generat, Cupidosque Selinis Intrepidos Trepantari; Quid Lilibita ? Pios ». Noi colla storia alle mani, e con i fatti , che di tempo in tempo sono accaduti, in diverse Epoche e sotto diversi Sovrani della Sicilia, e fuori di questa ancora, anderemo mostrando questo Valore, che in ogni evento hanno mostrato i Trapanesi. E pria di tutti:

Atenio Pastore, Uomo coraggioso, e pronto a grandi Imprese, il quale si fece Capo, ed Åutore della Guerra Contadinesca, tanto celebre in Sicilia nel tempo, che la governarono i Romani. Oppresse dal suo Padrone con diverse angarie, scosse il giogo e l'uccise. Quindi suscitando un tumulo si confederò con i Capi delle Nazioni, che in quei tempi bollivano per tutta l'Isola. Si attribuì il Nome di Re , usando purpurea Veste, Scettro di Argento, e Corona Reale. Radunò un Esercito Numeroso di Servi e di Villani li più Giovani, e Valorosi. Assaltò l'Esercito Pretoriano, e fece grandissima strage de' Soldati Romani.

Spogliò gli alloggiamenti di Servilio e di Lucullo. Agumentò il suo Esercito sino al numero di sedici mila Soldati e face tante altre prodezze degne di memoria. Durò il suo Regno anni quattro, sempre combattendo, ed assediando Terre , e Città.  Alla fine si attaccò con Aquilio Proconsole de' Ronani. D'ambe le parti si sostenne l'urto con ugual valore, e finalmente fattisi a petto i due Generali la Vittoria andò decisa con una pugna a corpo a corpo. Al principio dell'Assalto, Aquilio ricevette un colpo in testa da Atenio; ma adizzato dalle sua ferita, si lanciò con furia sopra del suo avversario, che colla botta menatagli lo stramazzò a terra, e l'uccise. E così colla Morte di Atenio terminò la Guerra Contadinesca. (Falzzello lib. 5. dec: 2 cap. 2. pag: 256. Orlandini pag: 47. Lucio Annio Floro
Epitome rerum Roman lib. 3, cap. 3. La Storia Romana de PP. Catròe Rovrille).

Nella famosa conquista della Santa Città di Gerusalemme sotto la Guida di Goffredo Buglione l'anno di Cristo 1029, tra gli altri guerrieri, che da diversi regni si conferirono a liberare la Terra Santa dal dominio dei Turchi, si segnalò pur anche la città di Trapani. Ella fu una di quelle Città che inviò i suoi valorosi guerrieri per quella Santa Impresa.  Tanto ci fa sapere Torquato Tasso nella sua Gerusalemme Conquistata stanza 69, pag 29. con quelle parole: « E Trapani, ove fu di vita spento, l'Antichissimo Anchise i suoi non cela». (Tasso Gerusalemme Conquistata Stanza 69, pag. 29,Edizione di Venezia 1627)

Errico Abate Principale Cavalier Trapanese,Visitatore Generale di questo Regno di Sicilia, e Tesoriero imperiale . Fu un uomo di gran Valore, per cui nell"anno 1256, mentre sosteneva l'Impiego di Governatore da parte del Re Manfredi nel Val di Mazzara, raccolse un Corpo considerabile di Soldati, e marciò con esse nel Val di Noto. Sosteneva in quel tempo il partito de Papalini un tal Roggieri Fimetta, quale era Governadore di Lentini. Quindi pensò farsi incontro, ed impedire il Passaggio di Errico Abbate . Venuti a sanguinoso conflitto nella Pianura della Favara, restò Errico vittorioso, ed il Fimetta venne obligato a fuggire, e rinserrarsi nella Fortezza di Lentini. Prevalendosi allora Errico della ottenuta vittoria, e dall'Aura del Re Manfredi, marciò addirittura verso Messina, per ridurre quei Cittadini all'obedienza di Manfredi. Moltoppiù, che i Palermitani, e tutte le Popolazioni del val di
Mazzara lo aveano per loro Sovrano riconosciuto. Avvicinatosi perciò in Messina , non trovò veruna opposizione da parte di quei Naturali, che anzi alzarono le Bandiere de' Svevi, ed accettarono 
pacificamente Manfredi per loro Sovrano. (Fazzello Dec 2. lib.8, cap. 3, pag. 456. Garuso part. 2, vol: I lib. 9. pag. 297.)

Palmerio Abate nobile Militare Trapanese , Uomo ricco e famoso per il suo valore: Fu uno di quelli che, con Giovanni da Procida, liberò la Sicilia dal Giogo dei Francesi. Autore del tanto noto Vespro Siciliano, che accadde l'anno 1282, tempo in cui regnava Carlo di Angiò. Questo valoroso Militare, dopo che i Siciliani chiamarono in Sicilia Pietro d'Aragona per loro Sovrano, fu Capitano di una Galea, ed abbenché picciolo di statura , pure per il suo Valore, venne eletto per uno dei cento combattenti del Re Pietro. Accadde ciò allora quando col consenso del Papa Marino, doveansi duellare nel Campo di Boredeaux, Carlo di Angiò e l'accennato Re Pietro, e così decidere la lite venne eletto Generale di cinque Galee del Re Giacomo Figlio di Pietro. Ciò fu l'anno 1285, allorché volle la Fortezza di Augusta e quella di Messina assediare. Nell'anno 1296, coronato in Palermo Fedrico II, fratello di Giacomo I, che passò al governo della Spagna, Palmerio fu mandato in Erice, affine d'imporre a quel pubblico un Regio Tributo onze 87. Finalmente combattendo sotto le mura di Catania valorosamente contro i Francesi venne ferito, e non essendogli state ben curate le piaghe , fini di vincere quando gloriosamente finì di vivere. (Fazzello, Orlandini, Caruso; Burgio)

Nell'anno 1299 accadde a Capo di Orlando una fiera Battaglia , nella quale Federico II isvenne nel vedere quasi distrutta la sua Armata dal Valore de' Catalani e de' Francesi. Erano stati portati a questo effetto in Sicilia dal Re Giacomo di lui Fratello, che gli concedeva la Corona ed il Regno. Frattanto ritornate Federico in Messina, scrisse una Lettera al Nobile Nicolò Abbate in Trapani, nella quale gli partecipava l'infausto Avvenimento, lui militando erano periti in quella Battaglia " Gratias ago Omnipotenti Deo omnium Factori. Cum in contentu tamen morte nostrorum strenuorum Militum audivi, inter quos Fridericum de Fardellis, Berardum Abbati, Corradum de Sigerio, Fabrizium Ferro, et nonnullos alios Fideles, et Familiares nostros, qui omnes cauté sepulti fuerunt in Ven, Conventu S. Francisci hujus Urbis". (Ex Archiv. Reg: Cur. stratie. Civit Messane ex Registro Vetari Sereniss, Reg. Friderci anno 1309. Fazzello Dec. 2, lib.9, Cap. 3, pag.48. Caruso.)

Nell'anno 1314. Roberto Re di Napoli, dopo aver preso Castello a Mare del Golfo , assediò la città di Trapani per mare e per terra. Era la sua Armata forte di 120 Galee, ed altrettanti Vascelli, tra Napoletani, Provenzani, Genovesi, ed un gran numero di Francesi. Fra questi vi era un Uomo Gigantesco, Valoroso e di gran coraggio, appellato Galeazzo. Costui fu il primo con alcuni suoi compagni che ebbe l'ardire di assaltare la Città ed entrare nel Fosso. Vi fece infatti un Baluardo, per così poi accostarsi alle mura a suo talento. Contro Galeazzo uscirono a combatterlo sei bravi Cittadini, e da principio cominciarono a lanciargli addosso pietre e saette, ma senza prò; perché tutti i loro colpi andavano falliti. Anzi Galeazzo, adoperando una mazza ferrata , parte di questi l'uccise, e parte li pose in fuga. Onde li Trapanesi per sottomettere un uomo così bestiale ricorsero ad uno stratagemma, e gli riuscì. Concertarono un Arpagone con lacci ed uncini di ferro, e poi glielo avventarono addosso, di sortacché, abbattuto Galeazzo da questa machina ed inviluppato tra le corde e tra gli uncini, venne tirato sopra la muraglia, ed ivi immediatamente ucciso. Il Re Roberto intesa la Morte di Galeazzo, offerì una gran quantità di denaro, per avere il di lui Cadavere. Ma li Trapanesi lo ricusarono, più prezzando la Vittoriosa preda che l'ignominoso riscatto. Ciò fu motivo, che si sospese per un anno l'assalto, ed alla fine si sciolse l'assedio. (Fazzello dec. 2, lib. 9, cap. 3, pag. 490. Nobili Tesoro Nascosto.)

Nel tempo , che regnava il Re Ludovico, Riccardo Abbate gli dona in potere la Città di Trapani, quella del Monte di S. Giuliano, Calatafimi, e molte altre Terre e Città. Per tali Prodezze e Fedeltà il Re gli accordò diversi Poderi e Privilegi. Questo Valoroso cittadino nell'anno 1325, morto che fu Ludovico, arma una Galea, e si parte affine di prestare a nome di Trapani la sua Fedeltà al Re Federico III, che si trovava in Messina. Ma la sua Galea vicino Palermo patì naufragio, ed ancorché in questa disgrazia avesse salvato la Vita con tutti i suoi Marinari, tuttavia Egli ne incontrò un altra , e fu fatto prigioniero da Chiaramontani. Liberato poi, venne ristabilito nel governo di Trapani, in dove per compensa delle sue perdite gli fu accordata dal Re una pensione di once I00 annuali.

Nell'anno poi 1359, venne chiamato da Signori Principali della Città di Salemi, acciocché da parte del Re Federico s'impossessasse del Castello, che occupavano i fazionari del Re Luigi e de' Chiaramontani. Vi andò infatti Riccardo, ed al Suo primo arrivo ebbe aperte le Porte da Principali della Città. In seguela si rese Padrone del Castello a nome del Re Federico III. Ma poi avendo li Parteggiani de' Chiaramontani, suscitato un tumulto, venne Riccardo Abbate ucciso disgraziatamente sotto Salemi unitamente a suo Figlio Errico. (Fazzello dec 12, lib. 9, cap. 3)

Morto Riccardo venne l'anno stesso surrogato nel Governo di Trapani suo Figlio Nicolò Abbate. Ma che appena posto in possesso , fu costretto a sostenere l'assedio di Federico Chiaramonte, che col suo Esercito si era conferito in Trapani ad imbloccarla. Vi perdé molto tempo Federico per guadagnare una tale Fortezza, ma questo non era boccone da così facilmente potersi inghiottire, Nicolò lo seppe bene difenderla, e valorosamente respinse il Nemico. In ricompensa di un tanto valore e coraggio ebbe Nicolò Abbate. confermata la pensione delle once 100 annuali a suo Padre Riccardo accordata. Tanto si legge nella Cancelleria Reale l'anno 1360 fogl. 433, e tanto ancora ci attesta il Fazzello dec. 2 .

Maria unica Figliuola del Re Federico succedette al Regno di Sicilia , dopo la morte di suo Padre l'anno 1378. Questa lasciata sotto la tutela di Artale di Alagona, veniva tenuta troppo ristretta , e l'Artale pensava ancora maritarla a suo beneplacito. Ciò dispiacendo grandemente a Manfredi Chiaramontano, pensò strapparcela dalle mani e liberare l'Orfana Regina dalla sua Tirannia.
Considerando dunque il Coraggio, il Valore, e la Fedeltà dei Trapanesi, pensò servirsi de' medesimi per naufragare la Real Donzella e metterla in sicuro. Quindi mentre Artale di Alagona colla sua Regia Corte, si trovava in Messina, ed il Regno era diviso in diverse Fazioni, mandò Manfredi a chiamare i Trapanesi, i quali con una Galera bene armata si portarono in Licata. Ivi imbarcata la Regina, fu condotta in Barcellona, in dove venne data per isposa al Re Martinio Figlio del Duca di Montalbano. 
Fazzello dec. 2, lib. 3, cap. 7. Maurolico, Orlaridini .

Restò di maniera affezionata l'anzidetta Regina Maria al Popolo Trapanese, ed a que' marinari, che l'aveano liberata dalla Tirannia di Artale, che già sposata col Re Martirio, e dovendo ritornare in Sicilia per mettersi in possesso del suo Regno, volle nel Porto di Trapani approdare. Accadde ciò l'anno 1386. alli I6 di Marzo. In questa vi fu magnificamente e con grande applauso ricevuta, e vi dimorò molti giorni in una Casa presso la Chiesa di S. Pietro. Concesse ai Trapanesi molte grazie , e non ebbe ritrosia di protestarsi: Che i Trapanesi a costo dal proprio sangue, gli aveano acquistato l'Isola di Sicilia.

L'anno 1492, il Re Martino si parti da Trapani, per conferirsi all'acquisto dell'Isola di Sardegna. Si era questa ribellata a suo Padre Martino Re di Aragona. In questo viaggio vollero accompagnarlo alcuni Nobili Trapanesi, i quali invasi da un estro di gloria combatterono coraggiosamente contro i ribelli di Sardegna. Superarono infatti e vinsero l'Isola, ed il Re Martino fattosene Padrone la restituì al suo Genitore. Frattanto il di Re a 13 Giugno 1409, scrisse da Cagliari un affettuosa Lettera in Trapani, nella quale pregava la Città, ed il suo Publico di conferire l' Officio di Bajolo, oggi Prefetto, in Persona di Pietro Corsi Nobile Cittadino, e molto grato ai Principi per le sue Virtù. (Orlandini pagi 34 e 49.)

Nel tempo, che regnava in Sicilia Ferdinando II Re di Spagna detto il Cattolico, fiorì Clemente Piparo Uomo Valoroso della Città di Trapani. Questo da Capitano di Fanteria, servì fedelmente la Maestà del Re nelle Guerre di Francia, di S. Quintini, di Turino, e di Parma. Fu Sargente Maggiore della Fanteria Italiana nella pericolosa Guerra dell'Isola delle Gerbe. Finalmente nell'anno 1511 fu graduato di Sargente Maggiore di Trapani sua Patria, ove glorioso se ne morì. (Nobile.)

Nell'anno 1581, i Marinari Trapanesi con Laudelli armati assalirono alcuni Vascelli Turchi di Corso. Questi si erano appiattati nelle Cale di Favignana, ed i Trapanesi se ne fecero di alcuni Padroni. 
Per una tale valorosa Impresa furono dal Viceré D. Marco Antonio Colonna esentati del dare all'Almirante Reale la Decima parte delle Prese fatte in Mare. Una tale Esenzione animò di maniera i Marinari Trapanesi, che l'anno susseguente con tredici Brigantini e Fuste assalirono nell'Africa la Terra di Monastiero e la saccheggiarono. Ma è da notarsi l'ingegno e lo Stratagemma, quale usarono: Questo fu l'acconciare di notte tempo diverse Legna nel Mare con accendervi sopra alcune lampadi. Di sortecché credendo i Turchi, esservi armata Nemica fuggirono dalla Terra, ed essi gli diedero i Sacco.

Si accrebbe di maniera il Nome de' Trapanesi, per tali valorosi cimenti, che i Turchi quando trattavano di armare Brigantini da Biserta, richiedevano da Piloti il Giuramento di non appressarsi alle Maremme di Trapani, ne infestare quelle riviere per timore di non riceverne la peggio. Arrivò a tale segno l'azzardo di questi valorosi Marinari, sino a levare le Galere del gran Turco dal Porto di Costantinopoli. Con cinque Brigantini aveano presa la Galea Bastarda di Occhiali Fartasso rinegato Calabrese, se dallo Stuolo dell' altre Galere, che venivano appresso non fossero stati sopraggiunti. Anche insino ad oggi si conserva la memoria in Trapani della Rua di Corradino, da un certo Corradino Sangerbasi Trapanese Corsaro famoso, e di spavento a tutta l'Africa.

Il Valore, il Coraggio, e la Perizia della Marina di Trapani è a tutti nota. Tali sono i Naviganti Trapanesi. Alcuni di questi sono fregiati di Patente Reale col grado di Capitano, e colla facoltà di potersi indossare l'Uniforme Militare. Tra questi non può tacersi il Famoso Martino Turri, Capitano Comandante di dodici Navi di Ludovico XIII, Re di Francia a servizio di cui all'anno 1628. Egli conquistò la Roccella di Francia Capitale del Paese d'Aunis dominata da Calvinisti sin dall'anno 1557. Ebbe Privilegio di portare nello Stemma Gentilizio i Famosi Gigli di Francia. Quindi ritrovandosi in Trapani se ne morì l'anno 1633, come costa per Lapida Sepolcrale nella Chiesa di nostra signora Maria SS.ma detta l'Incarnati.

Non devono pur anche passarsi sotto Silenzio tanti Padroni di Tatana Trapanesi, come furono un Nicolò Malate, Pietro Malato, Giuseppe Malato, Giovanni Malato, Nicolò Buscaino, Giuseppe Scichili, Francesso Adragna, e molti altri. Questi fecero delle grandi Prodezze nelle occasioni d'incontrarsi co' Bastimenti. Maomettani. Tante di queste Barche nemiche furono poste in fuga. Alcune restarono prigioniere con tutta la loro Gente, e molte gettate a fondo e sommerse. Come meglio può leggersi in tante Relazioni stampate, e pubblicate d'anno in anno nella Festa di Maria SS.ima di Trapani, come dalla di lei Protezione tali Vittorie riportate.

Giacomo Alagna Uomo virtuoso, e celebre per le tante sue maravigliose Inverizioni di Nautica. Questo Trapanese fede stupire un Mondo intiero, allorché nell'anno 1793, ritrovandosi in Castigliari di Sardegna verso la fine del mese di Decembre, nel presentarsi , che fece in quell'Isola l'armata Francese, Egli la fece da Eroe. Con soli undici pezzi di Artiglieria situati sopra alcune fracassate Torri, si difese tanto bene, che smantellò e destrusse un'intiera armata , e cosi liberò la Sardegna da quell'infetto Nemico. Ma quello che più deve notarsi, si è , che i colpi de' Cannoni furono così bene accertati, sotto la direzione del nostro Alagna , che ogni palla imboccava nella Camera del Generale dell'Armata, sino ad ammazzare un Figlio nell'atto che mangiava.

De' Trapanesi Militari poi molto si segnalano, pria di tutti un Mario Corso in Olanda per il suo Valore. Egli fu Sargente Maggiore di Palermo, Colonnello di sei Mila fanti nell'Assedio di Leiden, in dove recuperò il Forte di Quicquali. In Fiandra con un colpo di Lancia , rovesciò un Alfiere Alemano, e gli guadagnò lo Stennardo degli Eretici. Questo poi portò in Sicilia , a ne fece dono a Maria SSma di Trapani. Un Marco Fisicaro Capitari Generale della Cavalleria di Catalogna , e che poi per il suo Valore venne ricompensato ed eletto Viceré del Chile; come costa per le Patenti date in Madrid, presentate, ed autenticate nell' Officio di questo Ill. mo Senato del Città di Trapani in Sicilia a 31 del Mese di Decembre dell'anno I700. Un Ferdinando Ingrassia , che fu Maestro di Campo Generale in Sicilia per le guerre di Messina. Un Giovan Francesco di Ferro, che servendo, come Soldato 
Avventuriere il Re Filippo II, nelle Guerre di Portogallo, morì in quelle da Valoroso qual'era.

Tralasciò poi il Brigadiere D. Filippo Staiti, Governatore della Piazza di Milazzo. Di Giacomo Fardella, Capitan di Vascello, Marchese di Torre Arsa , Brigadiere ed Ispettore dell'Arsenale di Napoli. Di Friderico Fardella, Marchese di Torre Arsa, Colonnello del Regimento di Lucania. E tanti altri valorosi Eroi Trapanesi, che si fecero onore nelle Guerre servendo i Monarchi. Molti di questi saranno da Noi calendati nel Capo della Nobiltà e delle Nobili Famiglie della Città di Trapani .

Tralascio finalmente tanti altri Personaggi Insigni, che fecero onore alla Patria col suo Valore nelle Carovane della Religione di Malta , per le quali ne furono poi con diversi gradi ricompensati dalla stessa Religione, Furono questi un Fra Scipione di Ferro, che fu Avventuriero nelle Guerre di Portogallo in servizio del Re Filippo II, Indi fu il Primo Cavaliere e gran Croee della Città di Trapani in essa Religione di Malta aggregato. Si trovò presente nell'Armata Navale di D. Giovanni d'Austria nell'anno 1625, dopo di essere stato Ammiraglio della sua Religiore . Morì Priore Tirolare di Capua Città d'Italia.

Un Fra Giuseppe Nobile e Lazzara, gran Croce e gran Priore Titolare della Città di Messina. Un Fra Nicola Cavaretta, che ogni cinque anni fabricava una Galera , e che beneficò la Citta di Trapani col bellissimo Prospetto della Loggia. Un Fra Giacomo Cavarretta Nipote dell'anzidetto. Un Fra Vincenzo Riccio, un Fra Romeo Fardella, e tanti altri gran Croci, e moltissimi Commendatori, che lungo sarebbe qui riferirli. Moltoppiù, che ne faremo i appresso una più distinta menzione.

Ma che più stancarci nel riferire il Valore de' Trapanesi, se già la storia ne và piena a zeppo? In ogni età si raccontano le Prodezze di questi Eroi, tanto per Mare, quanto per Terra. Anche nello Stato Presente molti Trapanesi possiamo Noi mentovare tutti dediti all'Esercizio dell'Armi, ed al Servizio del nostro Amabilissimo Sovrano Ferdinando III Borbone Re delle due Sicilie. Ad accertarci di una tanta Verità, soggiungeremo qui appresso una Nota di Trapanesi Graduati nella Milizia, la Maggior parte de' quali sono Ceffi e comandanti.

Nota de' Militari Trapanesi graduati nell'Esercito di S.M. Siciliana Ferdinando III Borbone:
Il Brigadiere di Cavalleria D. Giovan Battista Fardella de' Marchesi di Torre Arsa, e Sovraintendente del Genio e Quartier Mastro, al presente Ministro di Guerra a lato di Milord Bentinch, Plenipotenziario Inglese di S.M. Britannica.
Il Colonnello del Regimento del Val di Mazzara D. Carlo Povrer.
Il Colonnello de' Pionieri D. Michele Burgio, Attual Comandante del Regio Castello della Città di Mazzara.
Il Tenente Colonnello di Marina e Capitan di Vascello D. Ignazio Staiti Maggiordomo di Setttimana di S.M. Siciliana , e cav. di s. Anna di
Moscovia.
Il Tenente Colonnello di Marina D. Giovan Battista Staiti de' Baroni della Chiusa.
Il Tenente Colonnello del Primo Battaglione del Regimento Quinto de' Sicoli Volontari Trapanesi D. Rocco Malato.
Il Tenente Colonnello del Secondo Battaglione del med. Regimento Quinto de' Sicoli Volontari Trapanesi Cav. D. Berardo xxv. di Ferro.
Il Sargente Maggiore con paga viva de? Volontari Sicoli del Regimento Quinto D. Nicolò Milo de' Baroni della Salina.
Il Sargente Maggiore con paga viva de' Volontari Sicoli del Regimento di Noto D. Saverio Cipponeri.
Il Sargente Maggiore con paga, viva de' Volontari Sicoli del Regimento di Milazzo il Marchese D. Giuseppe Dusmet e Cipponeri.
Il Comandante del Forte della Colombara il Tenente D. Gaspare Fardella de' Marchesi di Torre Arsa.
Il Comandante del Forte della Torre di Lignì Tenente D. Mariano Turri, Comandante di dodici Lancioni in Palermo.
Il Capitano del Porto e Molo, D. Francesco Giacalone 
Io Tenente del Regimento di Val Demone; D. Ignazio Nobile.
L'Alfiere del Reggimento de' Sanniti; D. Francesco Verdirame de' Baroni 
delle tre Fontane.
L'Alfiere del Regimento degli Esteri, D, Marcello de Blasi de Baroni del Grano.
L'Alfiere della Piazza aggiumtante D. Giacomo di Giorgi.
L'Alfiere della medesima Piazza di Trapani ed agiuntante D. Geronimo Daidone
E questi tutti, oltre alli altri Capitani, Tenenti, Alfieri e Bassi Offiziali del Regimento Quinto de' Sicoli Volontarj Trapanesi e di tanti altri Cadetti Nobili Volontarj impiegati a servizio di S.M. negli altri Regimenti, quali non son pochi.

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