Porta Serisso era così detta dal nome del ricco mercante trapanese Felice Serisso, reale o romanzato protagonista di una storia di corna e sangue, che nei pressi avrebbe avuto le sue case e che ha lasciato la denominazione anche ad una via attuale.
Dal 1612 sarà detta anche porta d’Ossuna, in onore del vicerè Pedro Girón de Osuna.
Nel 1800 , Padre Benigno da Santa Caterina, agostiniano scalzo, nel suo
manoscritto Trapani Profana, ci racconta di Porta Ossuna - erroneamente confusa con porta Botteghelle che si trova dalla parte opposta - e la storia del "pirata" Felice Serisso.
Così scrive:
L’ultima Porta finalmente di questo lato Meridionale, è la Porta Ossuna, così detta dal Vicerè Don Pietro Girone, Duca di Ossuna.
Questa Porta con altro Nome viene appellata la “Porta di Serisso”.
La Tradizione, per cui la Porta Ossuna viene appellata con altro Nome Porta Serisso è appunto, perché un certo Mercante Trapanese di Nome Felice Serisso, celebre per le sue Mercanzie e per la Compra de’Schiavi Cristiani, e cambio de’Turchi, tenendo in sua Casa un Turco, quale s’invaghì della di lui Moglie. Da questa ne venne di maniera corrisposto, che ambidue, concertata una segreta fuga si conferivano in Tunisi.
Accadde frattanto, che lo scappato Schiavo avendo armata una ben grossa Fusta per la Pirataria, tra gli altri Schiavi de’quali fece presa, uno si fù il suo medesimo Padrone Felice Serisso. Questi veggendosi già Prigioniero di Colui che era stato suo Schiavo, ed in conseguenza di sua Moglie, si armò di una Pazienza invitta. Restò dunque Schiavo de’due Felloni, quali fingendo di non conoscerlo, se lo presero al suo servitio e gli imposero il nome di Alì. Domandato Felice un giorno da suoi Padroni del suo Nome, Cognome, Patria ed Impieghi esercitati nella sua Patria, egli li sodisfece di tutto della
seguente Canzona Siciliana.
Un tempu jeu Filici mi chiamava
Era Mircanti e prì lu Mari ajia
Tutti li Cristiani arriscattava
E Turchi ancora in Casa mia
tinia
Ma lu destinu mi persequitava
E Schiavu mi ridussi in Barvaria
Schiavu di chidda chi gheu tantu
amava
E prì junta di chiù mi chiama
Elia.
Ma Felice era un Uomo coraggioso, e nella sua finta
calma meditava un aspra vendetta. Era questa drizzata non solo
contro dello Schiavo Fellone, ma pur anche contro della sua
impudica Moglie, che lo avea tradito.
Infatti avendo concertato tutto il convenevole alla fuga,
un dì, con un pugnale alla mano, tutto ebbro disdegno assalì lo
Schiavo e l’uccise, indi con tagliente sciabola recise la Testa
all’impudica Moglie, e postala in un sacco, se ne fuggì da Tunisi
e se ne venne in Trapani.
Alla Cantonata della sua Casa appese la Testa recisa della
Moglie, ad esempio di quelle Consorti infide, che tradiscono i loro
Mariti. Si diede poscia ad una Vita ritirata e Cristiana, e doppo
la sua Morte volle, che la sua Casa si convertisse in Chiesa sotto
Titolo di Gesù e di Maria.
Anzi, perché la Testa della fù sua Moglie coll’andare del tempo si era di più infradicita, e consunta, volle perciò, che fosse rifatta di Marmo, come sino al presente si osserva.
Ed ecco la Tradizione per cui la Porta Ossuna viene appellata Serisso, cioè da Felice Serisso.
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