9 gen 2017

Le edicole votive a Palermo


Le edicole votive palermitane, più familiarmente chiamate "a marunnuzza" o "a santuzza", sono state, e spesso ancora sono, il centro della vita sociale di una strada o di un piccolo "bagghiu" o cortile. Antiche o nuove, sontuose o decadenti, le "marunnuzze", la cui benedizione è sempre offerta generosamente ai viandanti, "o viandante che passi per questa via, recita una prece - Viva Maria - Viva Maria", appartengono esclusivamente a coloro che abitano nei pressi.

Lo stato della cappella e il valore dell'immagine affermano, come uno "status symbol", un momento di personale gioia di colui che la cura, che la abbellisce, che la venera. La ricchezza di tradizioni popolari tramandate di generazione in generazione hanno permesso e favorito il culto delle edicole fino ai nostri giorni: testimonianza ininterrotta nei secoli di una religiosità profonda e sentita in tutte le classi sociali. L'immagine sacra è spesso dipinta direttamente sul muro, su lavagna o su legno ma, raramente, anche su vetro o tela. Qualche volta, invece, è presente una statuetta di gesso o di cartapesta oppure una antica stampa o una piastrella di ceramica. Il soggetto principale è la Santa Vergine, sotto i vari titoli che Le sono riconosciuti, ma non mancano neanche esempi di edicole il cui soggetto venerato è Santa Rosalia e gli altri santi a cui è devota la contrada.

Le immagini del Cristo sono spesso legati alla sua passione, e spesso immagini dell'"Ecce homo" e dell'Addolorata fiancheggiano gli ingressi delle chiese, ma altre volte, tante volte si venera Gesù Bambino o il Sacro Cuore di Gesù. Non si può non ricordare l'Ecce Homo" sul sagrato della chiesa di Sant'Antonio Abate in via Roma, i cui ceri devozionali fino a qualche decennio fa infiammavano quel tratto di strada e la occupavano abbondantemente.

Segno di devozione particolare, nella cappelluzza, è la santa palma benedetta, ma non mancano mai lumi accesi e fiori. Il lume acceso davanti l'immagine fu per secoli l'unica fonte di luce notturna del vicolo o del sottopassaggio, per esempio quello della "Madonna della Volta" che metteva in comunicazione il quartiere della "Conceria" (oggi Piazza Venezia) con quello dei macellai presso la Chiesa di Sant'Onofrio. Famoso è il caso dell'edicola di Porta di Termini che chiusa per tanto tempo da muri divisori si mantenne con la lampada accesa nonostante il lungo periodo di chiusura. Da sempre le luminarie arricchirono le cappelle dei santi protettori ma spesso dei grandi baldacchini decoravano e decorano la "Santuzza", particolarmente, la più antica di quelle dedicate a Santa Rosalia" che si trova in Piazza Monte di Pietà e ci ricorda la casa del saponaio Vincenzo Bonello, il "cacciatore" che ebbe la visione della "Santuzza e scatenò il grande culto per la nostra concittadina rivelando il vero nascondiglio delle reliquie che in una apparizione gli era stato rivelato. 

 Alcune edicole votive sono state erette dal Senato cittadino, quasi sempre per la scampata peste, e sono dedicate per lo più a Santa Rosalia ed all'Immacolata Concezione. Di queste, poche ne rimangono: una in Via Bosco, una in Piazza Aragona, accanto all'ingresso dell'ex bar "il cimbalino", un'altra ancora in via Coltellieri. In via dei Corrieri, nel palazzo La Lumia, si conservava, ancora qualche tempo fa, un raro esemplare di edicola contenente una pittura su vetro, mentre nell'ex quartiere ebraico, in una cappella si conservava e si venerava una maiolica con il Cristo in croce, purtroppo anche questo andato perduto. Non è semplice parlare delle edicole votive che arricchiscono la città e i dintorni, in quanto come già detto, tutte le strade ne custodiscono almeno una, ma, alcune hanno una loro storia che vale la pena di conoscere per apprezzare sempre di più la cultura e le grandi tradizioni della nostra città.

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