Se nelle strade di Trapani trovate dei disegni simili all’immagine che vedete sotto, non meravigliatevi. E’ il triritricchete (con l’accento sulla terza i), uno dei giochi più conosciuti a Trapani, in passato quasi uno sport cittadino.
In quanti si gioca?
– In quanti si vuole.
Cosa occorre per giocare?
– Solo una pietra, di solito di gesso con cui si disegna il tabellone.
E come si gioca?
– Si disegna per terra uno schema, simile alla figura di sopra. A turno ognuno prova a completare la seguente sequenza:
– gettare la pietra nella prima casella, quella col numero 1;
– saltare direttamente sulla casella 2, e poi continuare fino alle caselle 9-10 e tornare indietro. I salti devono essere effettuati su un piede solo nella caselle singole (2,5,8) e in contemporanea sui due piedi nelle caselle doppie (3-4, 6-7, 9-10). Nella casella 9-10 avviene l’inversione.
– fermarsi appena prima della casella dove c’è la pietra, ovvero nella casella 2, abbassarsi e prendere la pietra.
– completare il percorso uscendo dal tabellone.
Se tutto viene eseguito correttamente senza mettere piedi sulle linee e senza cadere fuori dallo schema si procede buttando la pietra sulla casella numero 2 e si ripete il tutto, ovvero:
– saltare con un piede sulla casella 1, con due piedi sulle caselle 3-4, con uno sulla casella 5, con due sulle caselle 6-7, con una sulla casella 8, con due sulle caselle 9-10, girarsi, saltare con un piede sulla casella 8, con due sulle caselle 6-7 con uno sulla 5, con due sulle 3-4, prendere la pieta nella casella 2 restando sulle 3-4, saltare con un piede sulle caselle 2 e 1 ed uscire dal tabellone.
E così via fino al completamento dello schema. Il turno può essere perso se non si riesce a centrare la casella voluta con il sasso o se con un piede si tocca una linea o si va fuori dallo schema. In questo caso tocca al giocatore successivo provare a completare il percorso. Insomma, complicatissimo da spiegare a parole, ma facile da giocare. Tutti possono provarci ma pochi riescono ad arrivare alla fine.
Il gioco è conosciuto sin dall’antichità in tutto il mondo con diversi nomi: la Campana o la Settimana in Italia, Rayuela in gran parte della Spagna e dell’America latina, Hopscotch nei paesi anglosassoni, Hickelkasteno Tempelhüpfen in Germania. Pare che i Romani l’abbiano esportato nei paesi conquistati col nome di Claudus (=zoppo). Nel Burswood Park, in Australia, al gioco è stato dedicato un gruppo scultoreo, opera degli artisti irlandesi Charles Smith e Joan Walsch-Smith.
(da rumpiteste.wordpress.com)
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