Longhu ammàtula, tipica ingiuria trapanese. Meno diffuso è il simile rossu ammàtula. Nel primo caso si indica una persona inutilmente alta, nel secondo una inutilmente robusta. Ma cosa è la matula?
Negli Echi dialettali della vecchia Trapani di Giuseppe di Marzo, vera e propria Bibbia al riguardo, non abbiamo trovato risposta. Su internet qualcuno sostiene che matula deriva dal latino mentula, l’organo sessuale maschile, e quindi a matula significherebbe ad minchiam. Spiegazione plausibile, anche interessante, ma a noi convince di più un’altra.
Dobbiamo andare dietro nel tempo quando, dopo i pantagruelici banchetti nuziali che precedevano la prima notte di nozze, i momenti di intimità tra gli sposi erano spesso turbati da sgradevoli flatulenze. In camera da letto, ad aiutare i giovani, c’era però la piritera, poco più di un semplice tubo. Una estremità si infilava dritta nell’ano, l’altra andava a finire fuori dalla finestra, ed ogni problema di cattivi odori nel letto era risolto…
La matula dovrebbe essere proprio il lungo tubo. Usiamo il condizionale perché chi scrive l’ha sempre chiamata piritera, senza distinguere troppo tra il tubo e il resto dell’apparato, ma forse questo è dovuto alla giovane età dello scrivente, e inoltre l’assonanza con la mattula che ricopriva l’interno del tubo lascia un po’ perplessi. Ma a convincerci è una incredibile coincidenza. In dialetto parlare a matula è sinonimo di parlare a vanvera. Ma cosa è la vanvera? Ebbene, è proprio l’antesignano della piritera, e qui non sembrano sussistere dubbi.
Quindi chiamare qualcuno longo a matula, comunque vogliate scriverlo, significa paragonarlo al tubo di una piritera. Questo a meno che qualcuno tra gli affezionati lettori non abbia una spiegazione più convincente.
Sperando di non aver scritto questo post a matula, ci lasciamo con un video che spiega il funzionamento della piritera molto meglio di mille parole…
(rumpiteste.wordpress.com)
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