Detta anche Torre Peliade o Castello di mare è un'antica fortezza trapanese, posta su un'isoletta all'estremità occidentale a difesa del porto di Trapani.
La prima costruzione per motivi militari, viene attribuita dallo storico Diodoro Siculo, intorno al 260 a.c., ad Amilcare Barca durante la prima guerra punica.
All'inizio della prima guerra punica, racconta lo storico, il generale cartaginese Amilcare, dopo aver conquistato quello che allora poteva essere un piccolo villaggio, fece infatti fortificare il promontorio circondandolo di mura, facendo costruire anche la Fortezza della Colombaia e per popolarla vi trasferì una parte degli abitanti di Eryx .
Successivamente, l' isoletta cadde sotto l'assedio romano. Fu il console Numerio Fabio che assediò la città e conquistò Peliade (la Colombaia) in una sola notte, sterminando il presidio cartaginese.
Abbandonata, la Torre fu ridotta a nido di colombe.
E dalle colombe trae origine il suo nome attuale. Sembra infatti che secondo alcune fonti, un mito pagano faceva considerare sacre queste colombe alla dea Venere, avente culto per l'appunto sulla vetta ericìna. «Plejades... des colom-bes du moni Erix, qui se rasseur, blaient sur ce rocher, au moment deleur de part pur l'Afrique» (Gigault pag. 21).
Fino all'epoca della dominazione musulmana, la torre scompare dalle cronache storiche: sarebbero stati proprio gli Arabi a restaurarne l'uso come faro, accendendo un perenne fuoco sulla sua sommità, per la guida dei naviganti e la segnalazione delle costa.
In epoca delle Crociate (1096-1274), così come in epoca di dominazione svevo-angiona, essa ritornò ad esercitare una preminente funzione difensiva.
Risale al 1320 (sotto la dominazione di Federico III d'Aragona), il restauro ulteriore della fortezza e l'erezione della torre ottagonale, che a tutt'oggi rimane.
Nel 1408 il castello fu dotato di un pontile da parte di re Martino il Giovane, in occasione dello sbarco a Trapani della sua seconda moglie Maria.
Il Castello accrebbe costantemente la propria potenza e dimensione nei secoli XV e XVI, in accordo col volere dei sovrani spagnoli di porre attenzione alla difesa della coste contro le incursioni arabe e piratesche.
Dal 1550 la fortezza fu dotata di artiglieria e tre anni prima, anche di una guarnigione fissa.
Di nuovo nel 1586, per volere di Filippo III di Spagna, il Castello subisce ampliamenti, realizzati dall'architetto fiorentino Camillo Camilliani, che crearono un sistema difensivo a guardia delle coste costituito da ben una trentina di torri, sparse in vari punti della costa.
Al 1607 risale il ponte del castello. Tuttavia dal '700 la fortezza iniziò a perdere il proprio valore difensivo e militare e dal 1821, assumendo funzioni di penitenziario per gli insorti dei moti indipendentisti italiani.
Venne conseguentemente adoperata come carcere fino al 1965, anno in cui venne abbandonata, fino al restauro conservativo, compiuto dagli architetti Filippo Terranova e Giovanni Vultaggio, nel 1993.
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