La processione dei Misteri di Trapani, retaggio della dominazione spagnola dell'isola, affonda le sue radici in epoca medievale.
Sin dal XV secolo in Spagna il cosiddetto “Teatro de los Misterios”, furono delle piccole rappresentazioni, di carattere “teatrale” per il popolo, che raccontavano, a chi non sapeva leggere, le vicende dell'Antico e del Nuovo Testamento.
Questi drammi liturgici erano chiamati in Italia col nome di "funzione", in Spagna "misterios" , in Francia mistère.
La processione composta da 20 gruppi sacri, ha inizio alle 14 del venerdì santo, per concludersi ventiquattro ore dopo. Viene considerata la più lunga manifestazione religiosa italiana dopo la Sagra di sant'Efisio che dura ben 4 giorni, e soprattutto una tra le più antiche.
I Sacri Gruppi escono dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, portati in spalla dai caratteristici “Massari”, accompagnati dal suono delle marce funebri intonate dalle bande musicali, per poi snodarsi lungo un percorso che tocca le principali vie della città.
L'istituzione della processione dei misteri, voluta dalla Confraternita del Sangue Preziosissimo di Cristo fu affidata alle maestranze locali dal secondo decennio del secolo XVII tramite atti notarili.
Le Confraternite furono delle associazioni, che ebbero lo scopo di dare incremento al pubblico culto e di svolgere la carità verso il prossimo, secondo le proprie costituzioni.
Nel 1603 i sacerdoti Nicola Galluzzo e Giovanni Manriquez istituiscono la Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo, già fondata in Spagna intorno al 1450.
Il primo documento ufficiale circa l'affidamento di uno dei gruppi risale al 1612.
Si tratta di un'atto stipulato il 6 aprile 1612 dal notaio Antonio Migliorino con il quale la Confraternita del Sangue Preziosissimo di Cristo concede il gruppo oggi denominato “ L’Ascesa al Calvario “ agli Ufficiali della "Compagnia delli poveri jurnateri'".
Per molti anni si è ritenuto che il gruppo sia stato il primo, ma in un documento di appena un giorno precedente la concessione e cioè del 5 aprile si afferma l'esistenza a quella data di altri misteri.
E' probabile quindi che detta concessione del 1612 ai jurnateri sia stata la prima ma ciò non equivale alla considerazione che tale gruppo fu il primo ad esser costruito.
Da sempre, sin dalle prime concessioni dei sacri gruppi, le maestranze si sono assunti, oltre che gli oneri della gestione, anche il peso della contribuzione dei gruppi, come appare dagli atti notarili di commissione.
Il periodo che va dal primo decennio del ‘600, quando si presume poterono sfilare i primi gruppi, sino al 1772, anno della costruzione degli ultimi, abbraccia un arco di 150 anni, nei quali l’artigianato trapanese seppe donare alla città simili capolavori d’arte.
Le settantantanove statue dei Misteri furono costruite nelle botteghe trapanesi, dove valenti artigiani-artisti gareggiavano in stile ed espressività nella tipica arte locale detta "carchet ".
La tecnica di realizzazione delle statue dovuta a Giovanni Matera, prevedeva la costruzione della struttura della figura in legno di cipresso. Su di essa si applicava la modellatura in sughero che veniva poi fasciata con bende impregnate di colla. Gli arti ed il capo venivano invece direttamente scolpiti in blocchi di cipresso, mentre le vesti erano realizzate in spessa tela impregnata di colla che bloccava il movimento dei drappeggi. Successivamente si passava all’impermeabilizzazione della statua con l’applicazione di tre strati successivi di gesso che venivano carteggiati e rifiniti. Quindi si procedeva all’ultima operazione che conferiva realismo alle opere: la pittura dei singoli personaggi e delle opere.
Le statue sono ancora oggi fissate ad una base lignea detta vara, con un procedimento particolare, al fine di consentire una certa oscillazione durante il trasporto che serve a dare una rappresentatività scenica al gruppo. La vara appoggia su cavalletti di legno che nel tempo hanno sostituito le forcelle. Infatti nei primi anni della processione, quando i gruppi dovevano effettuare delle soste, appoggiavano i misteri proprio sulle forcelle che sostenevano l’intero peso. Tuttavia, questa soluzione presentava molte difficoltà ed erano frequenti rovinose cadute dell’intero gruppo, finchè non si è deciso di sostituirle con i cavalletti che hanno permesso una maggiore sicurezza nel trasporto anche se con un aumento di peso.
Dal 1950 i cavalletti sono stati coperti con un sontuoso mantello detto a’ manta, sul quale era impresso il nome del ceto di appartenenza.
Pubblicazioni usate
ORIGINI E DIVENIRE DEI MISTERI DI TRAPANI di Beppino Tartaro
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