Palermo, 18 novembre 1922. Il piroscafo Matilde Peirce, lungo 100 metri e pesante 4000 tonnellate, salpa da Palermo in direzione New York.
La nave, costruita nel 1908 da John Blumer & Co. negli stabilimenti del Sunderland, era stata acquistata nel ’19 dalla Compagnia Sicula Americana di proprietà dell’armatore anglo-messinese Guglielmo Peirce e di suo fratello Giorgio. Erano gli anni d’oro della Compagnia, anni in cui l’aumento della miseria delle masse contadine aveva causato una straordinaria ondata migratoria verso gli Stati Uniti, su cui i fratelli Peirce avevano costruito la loro fortuna.
Quel 18 novembre, nascosti tra i passeggeri, riescono a salire a bordo due clandestini che sognano l’America. L’equipaggio li scopre e fa dirigere la nave verso il porto di Marettimo per farli sbarcare. Una storia che non doveva essere troppo rara per i tempi… Sembra tutto normale, ma c’è un imprevisto: la nave si incaglia all’ingresso del porto dell’isola. Avvisata telegraficamente, la Regia Capitaneria di Porto di Trapani manda sul posto il rimorchiatore Audax, che a causa delle cattive condizioni meteo non riesce nell’operazione di salvataggio. Le falle, infatti, sono troppe e lo scafo, lentamente, cola a picco. Per fortuna tutti vengono messi in salvo e, almeno questa volta, non ci sono vittime. Ma c’è di più: il Matilde trasportava una grande quantità di merci, formaggi, scatolame, stoffe, tutti prodotti di pregio che vengono scaricati a Marettimo prima che la nave affondi. La popolazione locale per anni ricorderà quella straordinaria cuccagna venuta dal mare.
Le cause dell’incidente non verranno mai chiarite. Il costruttore John Blumer & Co aveva già chiuso i battenti nel luglio dello stesso anno. Meno di un anno dopo, nel 1923, la Compagnia Sicula Americana, fallisce. La maledizione del triangolo al largo della città ha colpito ancora…
Coordinate del luogo dell’incidente: 37° 57´ 38” N , 12° 6´ 34” E
(da rumpiteste.wordpress.com)
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