28 lug 2016

UNA “ILE DE FRANCE” ITALIANA



Non si conosce con precisione quando i Templari iniziarono ad insediarsi nella nostra penisola, certo è che uno dei primi territori dove l’Ordine si stanziò, alcuni anni dopo la fondazione, fu il regno di Sicilia. Questa scelta fu dettata dalla posizione geografica, dal momento che esso è stato da sempre crocevia tra Occidente ed Oriente e i suoi porti rappresentavano dei capisaldi per il traffico marittimo, militare e mercantile da e per la Terra Santa. 

Al momento l’unico dato certo è che la Militia Templi s’insediò in Sicilia prima del 9 gennaio 1144, data in cui papa Celestino II sollecitò i prelati a proteggere e sostenere gli stanziamenti templari presenti sul territorio.
L'espansione dell'Ordine avvenne secondo una logica ben precisa incline a privilegiare in primo luogo le località costiere, per poi procedere verso l'entroterra; pertanto seguendo questa logica è possibile ipotizzare che Messina, per l’importanza rivestita dal suo porto, fu una delle prime sedi dell’Ordine Templare in Sicilia che, solo in seguito, grazie anche alle prime donazioni di terre, iniziò ad insediarsi nella piana di Catania.

Grazie al manoscritto Diplomata, litterae etc. ad sacram domum militum Sancti Ioannis Hierosolymitani et militum Templariorum pertinentia di Antonino Amico che raccoglie la trascrizione dei documenti originali appartenuti all’archivio templare di Sicilia, sito nella casa madre di Messina, oggi è possibile ricostruire, anche se solo in minima parte, una mappa degli insediamenti templari in Sicilia. Stando a questa preziosa fonte, nel luglio 1146, Enrico (de Bugli o Bubbio o Bubly) insieme alla moglie Beatrice, donava al Tempio un terreno nel territorio di Scordia e confermava loro le donazioni fatte tempo prima dal padre Gerardo de Pentarica, ovvero una terra nei pressi di Pantalica. Nelle campagne di Buccheri si trova il complesso della chiesa di Sant’Andrea e della commenda.

Pantalica


Sulle pareti della chiesa, sono presenti diversi graffiti tra cui dei nodi di Salomone, la triplice cinta, delle croci su omphalos – glifo che ritroviamo spesso inciso su edifici di pertinenza templare –, mentre i due Sandali del Pellegrino e il pesce attestano che il luogo fu oggetto di venerazione. 
Su di un muro esterno dell’antica commenda, troviamo incisa una Tau, questo tipo di croce spesso si trova scalfita sui muri delle chiese o degli edifici delle loro antiche commanderie.
Dal manoscritto del Pirri Sicilia Sacra disquisitionibus et notitiis illustrata, apprendiamo l’esistenza a Trapani della chiesa di San Giovanni Battista del Tempio, accanto ad essa sorgeva l’ospizio templare; dopo la sospensione dei Templari, nel 1312 la chiesa passò agli Ospitalieri e due anni dopo Federico III donò l’edificio agli agostiniani che dedicarono la chiesa a Sant’Agostino.






Particolarmente interessante risulta il rosone della chiesa ricco di simbolismo. Esso è scandito da dodici colonnine che si irradiano dall’anello centrale, dove vi è scolpito un Agnus Dei, simbolo presente anche sui sigilli templari.




Osservandolo meglio, non si può far a meno di notare che vi sono solo quattro trafori con fiori a otto petali; unendo questi fiori con una linea immaginaria otteniamo una croce e, non è un caso che il numero dei petali sia otto, in quanto la croce templare ha otto punte; tra i trafori troviamo anche tre sigilli di Salomone, simbolo spesso presente sulle loro costruzioni, sotto uno di essi vi è scolpito Hermes, dio greco della conoscenza, chiaramente riconoscibile dall’elmo alato.


Paternò


In seguito i Templari si stanziarono nel territorio di Paternò dove gli furono donati diversi terreni, testimonianza del loro passaggio in città è la chiesa di Santa Maria di Valle Josaphat situata nei pressi del castello, dove ai lati del portale si trovano scolpite due croci patenti.
In seguito furono donati agli stessi: il casale di Murro nel tenimento di San Filippo d’Agira; molti terreni nel territorio di Lentini, altri nei territori di: Partinico, Aidone, Monreale, due casali a Butera, un casale a Siracusa, altre terre a Caltagirone. Qui si trovava la chiesetta della Madonna del Tempio, toponimo questo specifico a proprietà templari.
Esigui, purtroppo, sono i documenti giunti fino ai giorni nostri, pertanto essi devono essere intergrati con i “documenti di pietra” presenti su tutta l’Isola, testimoni muti del passaggio dei cavalieri rossocrociati.

Erice


Ne è un esempio la chiesa Matrice di Erice, dedicata alla Vergine Assunta, dove sul muro meridionale troviamo inserite nove croci.

Questo esemplare di croce templare, secondo lo studioso Tim Wallace-Murphy, ha un profondo significato gnostico; ma ancor più importante, a nostro avviso, è il sigillo di Salomone sulla torre campanaria, presente, come detto precedentemente, su alcuni edifici appartenuti ai Templari.



Spanò


Un altro esempio è dato dalla chiesa cistercense di Santa Maria della Stella a Spanò. Fu papa Urbano II nel 1088 ha estendere, all’abate nullius della chiesa di Santa Maria di Randazzo, la giurisdizione su queste terre. La chiesa fu fondata da un certo Nicola da Troina, nel settembre del 1263. Sopra il portale della chiesa vi è scolpita una “croce spinata” inscritta in un cerchio, inequivocabile segno della frequentazione del monastero da parte dei monaci guerrieri.


Randazzo


Gli insediamenti templari erano sempre legati a validi motivi strategici e collocati a ridosso delle maggiori vie di comunicazioni, di conseguenza durante i loro spostamenti lungo la Via Pubblica, in seguito Regia Trazzera, di certo non dovette sfuggirgli la piccola città di Randazzo.
Sebbene non disponiamo di documenti scritti è probabile che i Cavalieri Templari si stabilirono nel quartiere di San Giovanni Battista e commissionarono la costruzione della loro commenda. Inoltre, per un motivo ancora ignoto, la città fu scelta per realizzare un singolare progetto, ovvero, le chiese dedicate alla Vergine Maria e quelle dedicate a santi molto cari agli stessi, riproducono sul terreno, con grande approssimazione, lo schema della costellazione della Vergine, proprio come le famose cattedrali francesi dell’Ile de France.






Testimone muto del loro passaggio in questa città è senza dubbio il campanile della chiesa di San Martino. Dove tra le decorazioni poste sopra i timpani delle trifore della cella campanaria troviamo scolpiti alcuni Fiori della Vita e una Stella di Davide ruotata di 90° – chiaro riferimento alla Vergine Maria, in quanto essa forma una M –, simbolo quest’ultimo che abbiamo già incontrato nel rosone della chiesa di Sant’Agostino di Trapani, sul campanile della chiesa Matrice di Erice, ed ancora lo troviamo presente insieme al Fiore della Vita su una bifora a Leonessa in provincia di Rieti; mentre alcuni Fiori della Vita li troviamo affrescati e scolpiti sul portale della chiesa di San Bevignate di Perugia. A volte il modo migliore per nascondere un segreto è quello di metterlo davanti agli occhi di tutti. Questa condizione ben si adatta al campanile della chiesa di San Martino, dato che tra le sue pietre è stato celato un segreto.

(di Angela Militi)

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