Ha ottanta fornaci, si estende su un’area di 1.250 metri quadrati, nella valle del Cottone, ha una lunghezza di 80 metri ed e’ l’industria di produzione di terrecotte e ceramiche più grande del mondo antico mai ritrovata quella che il team dell’Istituto archeologico germanico di Roma e dell’Universita’ di Bonn, guidato dal professore Martin Bentz, ha studiato nelle ultime cinque settimane attraverso scavi svolti all’interno del parco archeologico di Selinunte.
L’importante notizia archeologica è stata resa nota ieri pomeriggio in occasione, del convegno “Il Quartiere Industriale di Selinunte” organizzato presso il Baglio Florio per la presentazione dei risultati della IV campagna di scavi del 2014.
Gli archeologi, che quest’anno hanno utilizzato anche il georadar per le loro indagini, hanno scavato tre sezioni dell’area che hanno permesso di ricostruire il quartiere industriale dell’antica colonia greca. Il materiale riportato alla luce negli ultimi anni e anche questa estate e’ stato datato al V secolo A.C.
Si ipotizza che la fornace piu’ grande servisse per la produzione di tegole in terracotta e le altre piu’ piccole per realizzare vasi, statue e altro materiale. Gia’ lo scorso anno era venuta alla luce un’area ancora molto ben conservata, con pavimentato con tegole in terracotta e dotata di un pozzo profondo e con anelli, sempre in terracotta, dal quale, molto verosimilmente veniva prelevata l’acqua utile a lavorare l’argilla.
Durante gli ultimi scavi del 2013 era stata trovata anche una zona piu’ arcaica del quartiere, con ceramiche e terrecotte figurative prodotte in loco.
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Durante la sessione estiva di scavi affidata all’Istituto archeologico germanico di Roma e dell’Università di Bonn, guidato dal professoreMartin Bentz, all’interno del parco archeologico siciliano di Selinunte è stato compiuto uno dei più eccezionali ritrovamenti mai effettuati nell’area mediterranea. Ad essere tornata alla luce – con le sueottanta fornaci, un’estensione di 1.250 metri quadrati nella valle del fiume Cottone, ed una lunghezza di 80 metri – è l’industria di produzione di terrecotte e ceramiche più grande del mondo antico mai ritrovata finora.
Il rinvenimento è stato effettuato durante uno degli scavi estivi che puntualmente si ripetono dal 2010 e che in virtù dei finanziamenti dell’Istituto germanico di Roma potranno proseguire per altri due anni. Lo scavo, effettuato utilizzando stavolta anche il georadar, ha riguardato tre sezioni dell’area, con esiti che hanno permesso di ricostruire il quartiere industriale dell’antica colonia greca.
I reperti ritrovati sono stati datati al V secolo avanti Cristo. E’ probabile che la fornace più grande servisse per la produzione di tegole in terracotta mentre le più piccole fossero destinate alla realizzazione di vasi, statue e altre suppellettili. Già nel 2013 era venuta alla luce un’area ancora molto ben conservata, pavimentata con tegole in terracotta e munita di un pozzo profondo dal quale, molto probabilmente, veniva prelevata l’acqua necessaria a lavorare l’argilla. In quell’occasione era emersa anche una zona più arcaica del quartiere, con ceramiche e terrecotte figurate prodotte sul posto.
Il direttore del parco archeologico di Selinunte e delle Cave di Cusa Giovanni Leto Barone ha dichiarato che proprio in previsione della prosecuzione degli scavi per altri due anni c’è da aspettarsi con certezza che l’area riservi ancora molte sorprese.
(da www-famedisud.it)
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