8 lug 2016

IL CANNOLO SICILIANO: ORIGINE TRA SACRO E PROFANO



“Tubus farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus”. Tranquilli, non temete. Questo non è l’incipit di un’impegnativa versione di latino. Si tratta solo di una semplice citazione letteraria o meglio della definizione che il console romano, Marco Tullio Cicerone, da del dolce siciliano per antonomasia durante la sua permanenza nell’isola nelle vesti di questore. Avete capito tra i tanti prodotti dell’arte dolciaria siciliana di cosa si parla in questo post? Bravi, avete detto bene…del famosissimo cannolo siciliano.

Il cannolo siciliano vanta antichissime origini anche se un po’ controverse. Prelibatezza di origine sacra o profana? Secondo una leggenda, che risulta tra l’altro essere la più accreditata, la nascita dei cannoli sarebbe avvenuta a “Kalt El Nissa”, l’odierna Caltanissetta, che, durante la lunghissima dominazione araba in Sicilia (827 d.C.-1091) fu sede di numerosi harem di emiri saraceni. A rafforzare ancor di più questa ipotesi è l’etimologia stessa del temine “Kalt El Nissa” che in arabo significa “Castello delle donne”. Si narra che le concubine dell’emiro per trascorrere il tempo, si dedicassero alla preparazione di prelibate pietanze ma soprattutto di squisite leccornie. 

Così, durante uno dei tanti esperimenti culinari si suppone che abbiano “inventato” il cannolo. Che si siano ispirati ad un antico dolce arabo simile per forma ad una banana, ripieno di ricotta, mandorle e miele o che abbiano fatto (considerando il rapporto tra geometria e simbologia) un’evidente allusione alle “doti” del sultano?! Beh, questo non è dato sapere, ciò che conta è che, in un modo o nell’altro, hanno creato una vera delizia.

Un’altra fonte, invece, racconta che i cannoli siano stati preparati per la prima volta in un convento sempre nei pressi di Caltanissetta. Qui, in occasione del Carnevale le monache “inventarono” un dolce formato da un involucro “scorcia”, riempito da una crema di ricotta e zucchero ed arricchito con pezzetti di cioccolato e granella di mandorle nota invece come “cucuzzata”.

Queste discordanze trovano una pacifica soluzione nell’opera “Siciliani a tavola” del duca Alberto Denti di Pirajno, il quale sostiene che il cannolo sarebbe stato inventato dalle abili mani delle suore di clausura di un convento nisseno ma rimanda alla tradizione culinaria musulmana quanto a ricchezza e varietà di sapori e fastosità e ricercatezza nella composizione. Non vi sembra verosimile come tesi? 

Considerate che la fine della dominazione araba in Sicilia è coincisa con l’arrivo dei Normanni che sono riusciti a liberare l’isola dal gioco saraceno, pertanto gli harem si sono svuotati e di conseguenza le fanciulle, ormai libere, e convertitesi al Cristianesimo, si sono ritirate nei conventi. Qui potrebbero avere riprodotto alcune delle antiche ricette con le quali, in precedenza, avevano sedotto le corti degli emiri. Mi spiace se vi ho fatto venire l’acquolina in bocca ma dovrete resistere e pazientare un po’ per avere la ricetta “originale” di questa delizia del palato. Al prossimo post.

(da ilovesicilies.altervista.org)

Nessun commento:

Posta un commento