28 lug 2016

Egadi, paradiso dell'archeologia subacquea (e non solo)


Dalle testimonianze della Guerra punica al recupero delle architetture industriali, l'arcipelago siciliano, noto per le bellezze naturalistiche e l'area marina protetta più grande d'Europa, non cessa di restituire tesori.


Il teatro della battaglia delle Egadi
Undici rarissimi rostri di antiche navi da guerra, sette elmi bronzei, centinaia di anfore e reperti in ferro e terracotta; oltre cinquemila punti di raccolta per un totale di 210 chilometri di mare scandagliato palmo a palmo e mappato. 

E' il bilancio di dieci anni di campagne archeologiche subacquee della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, che, sotto la direzione di Sebastiano Tusa, sta riportando alla luce autentici frammenti di storia antica riguardante la Battaglia delle Egadi, lo scontro sul mare che sancì la vittoria di Roma nella Prima Guerra Punica.

Gli importantissimi reperti sono stati rinvenuti intorno ai 100 metri di profondità nelle acque al largo di Capo Grosso, promontorio di Levanzo, nella foto in alto.

"Questa immagine - commenta il Soprintendente Sebastiano Tusa - è presa a circa quattro miglia a Nord-Ovest di Levanzo, in direzione Marettimo, proprio nel punto centrale dello scontro che vide coinvolta la flotta romana al comando di Gaio Lutezio Catulo e quella cartaginese agli ordini di Annone".

Altri pezzi di storia attendono nei fondali dell’arcipelago, e da qualche giorno è ripartita l'attività di ricerca strumentale nell'area della battaglia. Lo scopo immediato è quello di riportare alla superficie altri due rostri già individuati (sugli undici totali) e continuare l'attività di repertazione e monitoraggio.

(da www.nationalgeographic.it - di Alessandra Clementi e Maria Pia Pezzali)

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