Perimetrato attorno al massiccio montuoso delle Madonie, prospiciente la costa settentrionale siciliana, tra il corso dei fiumi Imera e Pollina, il parco delle Madonie comprende il territorio di quindici comuni della provincia di Palermo (Caltavuturo, Castelbuono, Castellana Sicula, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato e Sclafani Bagni). Da vette che raggiungono i 1979 m. di altezza lo sguardo può spaziare verso straordinari paesaggi come quelli dell’Etna, dei Monti Nebrodi e delle Isole Eolie, godendo di albe e tramonti dai fantastici colori. Nel territorio del Parco si concentra oltre la metà delle specie vegetali siciliane, molte delle quali presenti solo in Sicilia, così come oltre la metà delle specie di uccelli, tutte le specie di mammiferi e più della metà delle specie di invertebrati regionali. Di grande interesse anche il suo assetto geologico che fin dal 2003 ha determinato l’ingresso del Parco delle Madonie nel network degli European Geoparks: ampia è ad es. la presenza di fossili, che hanno permesso di ricostruire l’originario ambiente dei luoghi, come ad esempio paesaggi oceanici con grandi barriere coralline dell’era secondaria, poi coperti nel Terziario durante l’avvicinamento tra Africa ed Europa, oppure sedimenti di varia natura come foraminiferi (fusuline), molluschi bivalvi, ed ancora poriferi (spugne) ed alghe d’età approssimativamente risalente a 250 milioni di anni fa.
Una delle peculiarità del Parco è anche la conservazione del paesaggio agrario articolato in tre fasce principali: quella collinare, con coltivazioni di agrumi; quella della vite e del frassino, ed infine la zona montana dov’è diffusa anche la coltura dell’olivo e dove sono presenti allevamenti di bestiame e vasti prati a foraggio, ai limiti dei boschi di castagno, querce e faggio. In alcuni tratti non mancano seminativi a grano. Diverse le possibilità di fruizione e di visita del Parco con passeggiate sui sentieri principali attrezzati – magari seguendo le “trazzere” dell’epoca borbonica utilizzate per la transumanza, o i sentieri che passano tra borgate, casolari, mulini e chiese di campagna – punti di osservazione per il birdwatching, escursioni a cavallo o in mountain bike, visita di grotte e cavità naturali e di siti geologici con presenza di fossili, escursioni lungo i corsi d’acqua e itinerari per sci da fondo o da alpinismo durante i periodi di maggiori nevicate.
“E’ con grande emozione che ricevo notifica di questo riconoscimento – ha commentato il presidente dell’ente parco delle Madonie Angelo Pizzuto - anche perchè il Parco delle Madonie è stato tra i soci fondatori del Geoparks Network da oltre dieci anni, per cui trovo giusto che si sia ora conquistato un posto da protagonista nel circuito UNESCO; un bel traguardo per le Madonie e per l’intera Sicilia”.
“La nuova rete dei parchi UNESCO – ha aggiunto – racconta circa quattro milioni di anni di storia del pianeta e degli eventi geologici che lo hanno plasmato, unitamente alla evoluzione della umanita’. Attraverso tali esperienze congiunte, i geoparchi UNESCO sono in grado di testimoniare i profondi cambiamenti climatici e lanceranno le sfide future per combattere fenomeni avversi come quelli tellurici, climatici, tsunami e vulcanici intorno al mondo. Il Parco delle Madonie, attraverso un lavoro decennale attento e costante ha assicurato sostegno e supporto tecnico e geologico alle attività del Geopark anche attraverso la cooperazione con la rete dei sette geoparchi italiani, che negli anni ha prodotto il’incredibile risultato di essere annoverati nell’elite delle aree geologiche mondiali.”
(di Alessandro Novoli - da www.famedisud.it)
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