La piccola isola di San Pantaleo, al centro della Laguna dello Stagnone, fu scelta dai Fenici per la sua posizione strategica,trovandosi nel punto di transito obbligato per le rotte commerciali verso la Spagna,la Sardegna e l’Italia.
Nell’VIII sec. aC. questo piccolo angolo di paradiso divenne una delle colonie fenicie più importanti del Mediterraneo.
La sua scoperta si deve ad uno studioso inglese appassionato di archeologia, Joseph Whitaker.
Alla fine dell’Ottocento Joseph Whitaker , nipote di Benjamin Whitaker si trovò a trascorrere un periodo a Marsala presso gli stabilimenti vinicoli dello zio. Durante questa permanenza il giovane ebbe modo di visitare l’isola di San Pantaleo e di rilevare il suo enorme valore archeologico.
Acquistata l’isola , dal 1906 al 1927, vennero eseguiti una serie di scavi sistematici che riportarono alla luce la necropoli arcaica, la Casa dei Mosaici, la Casa delle Anfore, alcuni tratti della cinta muraria, un santuario fenicio-punico nella zona di Cappiddazzu e il Tofet. Oggi la casa sull’isola è un Museo gestito dalla Fondazione Whitaker ,la cui sede si trova a Palermo. Nel Museo che ospita il famoso Giovane di Mozia, rinvenuto il 26 ottobre del 1979, nei pressi della zona chiamata “zona K” adiacente al Santuario di Cappiddazzu, si trovano ,corredi funebri, anfore commerciali, greche, fenicie ed etrusche, una collezione di vasi a vernice nera e figure rosse della necropoli di Birgi, materiali provenienti dal Tofet, dall’abitato di Mozia e dalla Casa dei Mosaici. Ma anche gioielli e amuleti, armi e oggetti e strumenti d’uso cosmetico o chirurgico, oltre che frammenti di stele iscritte, provenienti dalla necropoli di Lilibeo.
IL GIOVANE DI MOZIA
Molti studiosi fanno risalire l’opera al V secolo a.CIl Giovane auriga, dal corpo atletico e vigoroso, sembra nel gesto di condurre il carro vittorioso ma alcune ipotesi alternative fanno pensare ad un sacerdote , ad un tiranno o ad una divinità. La statua in marmo doveva raggiungere l’altezza di circa due metri ed è di probabile committenza punica ma attribuita ad un artista greco. La presenza in Sicilia dei Greci, con cui i Fenici avevano scambi commerciali ma anche contatti non sempre amichevoli, causò guerre che con alterne vicende provocarono infine la distruzione di Mozia ad opera di Dionisio di Siracusa nel 397a.C. Da allora i superstiti si trasferirono sulla costa siciliana, fondando la città di Marsala. Mozia si trova al centro della Riserva naturale dello Stagnone di Marsala.
Come arrivare
In auto
Da Trapani si percorre la suggestiva Via del Sale
Da Marsala: percorrere la strada provinciale Marsala – Trapani fino alla fine delle saline, a 6 Km dalla città.
Girare a sinistra lungo la litoranea, seguendo la costa per circa 3,5 Km.
In Treno: da Trapani per Marsala, si scende alla stazione di Spagnola e poi si raggiunge a piedi l’ imbarcadero per Mozia, distante 3 Km.
In autobus: a Piazza del Popolo, a Marsala, fanno capolinea gli autobus che collegano la città all’imbarcadero per Mozia.
Per raggiunge l’isola basta recarsi all’imbarcadero di San Teodoro. (tragitto 10minuti )
Per compiere il periplo dell’isola sono necessari dai 30 ai 40 minuti.
1 Museo Giuseppe Whitaker
2 Abitato ZONA A Casa delle anfore
3 Tofet
4 Necropoli
5, 16 Zona industriale
6 Santuario di Cappiddazzu
7, 8 Porta Nord- Strada marina
9 Torre orientale con scala
10 Fortificazioni
11 Abitato Casa dei mosaici
12 Casermeta
13, 14 Porta sud Kothon
15 Luogo di rinvenimento della statua Giovinetto di Mozia
17 Abitato Zona centrale
18 Abitato Zona D
19 Abitato Zona B
20 Zona F Porta di Nord ovest e annessi
21 Tempio del Kothon
22 Abitato Zona E
(da http://www.turismotrapani.net)
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