L'isola di Pantelleria si trova tra la costa sud-orientale siciliana e la Tunisia, ed è più vicina a quest'ultima che all'Italia. E' di origine vulcanica e fu colonizzata da Fenici, Cartaginesi, Romani e Arabi. Nonostante l'isola si confermi una miniera di reperti archeologici di epoca romana, la vera attrazione è costituita da misteriose strutture, rinvenute nell'area di Mursia, che hanno incuriosito gli studiosi. Ma facciamo un passo indietro nel tempo. Prima che dai Fenici, Pantelleria fu abitata dai Sesi, un apopolazione neolitica che forse si stanziò qui per l'estrazione della preziosa ossidiana, la pietra nera e lucida adatta per le armi. Di questa stirpe, di cui si sa ben poco, restano invece particolari costruzioni chiamate "sesi", che hanno dato il nome al popolo stesso: un termine inventato dai panteschi, i quali con il nome "sesi" indicano tutte le collinette formate da cumuli di sassi.
Si tratta di monumenti megalitici a forme di cupola, modellati a spirale con macigni lavici. Il più interessante è il sese del Re o sese Grande, alto 6 metri. Presenta 11 ingressi, con 12 corridoi che conducono ad altrettante celle funerarie disposte tutte intorno al muro perimetrale. I defunti venivano sepolti in posizione fetale, con la testa rivolta a ponente, verso l'interno, e i piedi in direzione dell'uscita della galleria. Si tratta di una forma di sepoltura unica al mondo.
Perchè questa singolare disposizione? Lo scopo sembrerebbe quello di creare un legame che unisse i defunti oltre la morte. Gli studiosi ipotizzano che i corpi, sistemati in posizione fetale, fossero suddivisi per segno astrologico o che in qualche modo i 12 cunicoli fossero i relazione con le costellazioni. Per quale ragione? E' possibile, come dicono alcuni, che questa pratica avesse lo scopo di proteggere la comunità e i loro discendenti o di metterli in contatti con il cielo? Sono tanti gli interrogativi che ancora non hanno trovato risposta.
Per diversi decenni la funzione del sese è rimasta incerta: non si riusciva a capire se si trattasse di un'abitazione o di un monumento funebre. Poi, in seguito a diversi scavi, si è scoperto che molti contenevano resti umani con il corrispettivo corredo funerario. C'è però anche un'altra ipotesi che mette in dubbio che si tratti solo di tombe. Si pensa infatti che alcune di queste costruzioni fossero in qualche modo legate alla preghiera e avessero una funzione divinatoria. Un fatto è certo: si tratta di monumenti unici al mondo, anche se si nota una certa somiglianza con i nuraghi sardi costruiti nel II millennio a.C.
Pare che queste costruzioni siano opera del popolo che probabilmente si stanziò per la prima volta sull'isola circa 5 mila anni fa, quando il vulcano Gelficamar era ancora attivo. Di questo popolo non si conosce l'origine. Anche qui gli studiosi sono divisi: secondo alcuni provenivano dalla Libia, per altri erano di origine iberica o addirittura, secondo una tesi più recente, era sceso dal Nord Europa. Indubbiamente, oltre a sapere lavorare l'ossidiana, questi uomini divennero esperti di opere in muratura. La costruzione che cattura maggiormente l'attenzione degli studiosi è il sese del Re. Si suppone che fosse la tomba della famiglia dominante del villaggio.
Secondo gli studi dell'archeologo Paolo Orsi, nei primi del 900 sull'isola di Pantelleria dovevano essere presenti una sessantina di sesi, ma in origine avrebbero superato la centinaia. Poi, gradualmente, sarebbero stati demoliti per recuperare e riutilizzare il materiale. Le strutture più piccole (che non superano il metro di altezza) vengono chiamate dagli abitanti di Pantelleria sesi minori, mentre quelle più grandi (il sese più alto raggiunge i 6 metri) sesi maggiori. Tutti presentano delle aperture attraverso un corridoio. Queste differenze indicano che probabilmente la popolazione era divisa secondo la stirpe e il rango.
(da "Misteri, crimini e segreti della Sicilia" di Enzo Di Pasquale)